Alitalia, Stato torna azionista tra Tesoro e Ferrovie. Tria frena, Di Maio: “No salvataggio ma rilancio”

Alitalia a Tesoro e Fs. Tria frena, Di Maio: E' nel contratto, ora rilancio
Alitalia, Stato torna azionista con Ferrovie. Tria frena, Di Maio: “No salvataggio ma rilancio” (Foto Ansa)

ROMA – Alitalia potrebbe essere rilevata dal Tesoro, Ferrovie dello Stato e Cassa depositi e prestiti (Cdp). Questa la soluzione lanciata dal governo giallo-verde a 22 anni dalla prima privatizzazione. Giovanni Tria frena: “Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell’Economia. Io non ne ho parlato”. La risposta di Luigi Di Maio è secca: “E’ nell’accordo, non si tratta di un salvataggio ma di un grande rilancio”.

Di Maio insieme al premier Giuseppe Conte ha annunciato il 12 ottobre una newco con una dotazione iniziale di almeno 2 miliardi di euro, partecipata per circa il 15% dal Tesoro e con il coinvolgimento di Ferrovie dello Stato e Cdp per la flotta, insieme ad un partner industriale internazionale. Fs invece ha manifestato un interesse non vincolante. E il vicepremier sottolinea: “Potrebbe nascere il primo gruppo al mondo di trasporto integrato gomma-ferro-aria”. Sulla partita intanto resta puntato il faro dell’Ue, che ha un’indagine in corso sul prestito ponte e che ricorda che gli interventi pubblici devono seguire le regole degli aiuti di Stato.

La soluzione del Governo per Alitalia viene illustrata da Di Maio prima in un’intervista al Sole24Ore e poi nell’incontro con i sindacati sulla compagnia: un “progetto ambizioso che tende non a salvare ma a rilanciare” la compagnia, che non sarà più il “bancomat” che è stato in passato. “C’è massimo impegno da parte del governo per rilanciare Alitalia e il suo ruolo strategico per l’offerta del turismo in Italia”, sottolinea il presidente del consiglio Giuseppe Conte. “Nessuna svendita, nessuno spezzatino, ma un serio piano di rilancio”, assicura anche il vicepremier Matteo Salvini.  

Serviranno 19 giorni per completare la procedura di vendita, ma Di Maio resta fiducioso: “Entro il 31 ottobre deve arrivare un’offerta vincolante e il nostro obiettivo è rispettare quella data”, assicura il ministro, precisando che nel dl fiscale non ci sarà la proroga del prestito ponte (che va restituito entro il 15 dicembre).

Parlando dello scontro con Tria, Di Maio ha commentato da Rivarolo Canavese, dove si trovava per incontrare gli industriali: “Nel contratto di governo abbiamo previsto l’ingresso dello Stato attraverso soldi che già sono in Alitalia. Così si andrà avanti, senza scontri, perché siamo d’accordo come ministri e come forze politiche e perché il presidente del Consiglio sostiene questa ipotesi. Avremo tutto il modo di arrivare all’obiettivo senza nessun tipo di scontro o di controversie”.

E ha aggiunto: “Non è un’opera di salvataggio, ma il grande rilancio di una compagnia che ci deve permettere di andare a prendere i turisti nel mondo. Nel contratto di governo avevamo scritto che ci doveva essere una guida pubblica ma una partecipazione privata – precisa -. Non stiamo dicendo che adesso lo Stato fa il padrone di Alitalia, ma stiamo dicendo che la parte del prestito ponte che abbiamo dato ad Alitalia, come stato, lo lasciamo lì dentro e manteniamo il controllo. Ferrovie dello Stato ha dato la sua manifestazione di interesse poche ore fa: potrebbe nascere l’unico gruppo al mondo gomma, ferro, aria. Questo ci permetterà di fare intermodalità: un turista che arriva in Italia si potrà muovere con lo stesso biglietto allo stesso modo, con un piano integrato dei trasporti”.

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