Cenare fuori casa, è tornata la voglia: importanza sociale dei luoghi pubblici di ritrovo, rapporto CENSIS

Torna la voglia di pranzare e cenare fuori casa. L’importanza sociale dei luoghi pubblici di ritrovo. Il rapporto del CENSIS è incoraggiante

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 26 Giugno 2022 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Cenare fuori casa, è tornata la voglia: importanza sociale

Cenare fuori casa, è tornata la voglia: importanza sociale

Cenare fuori casa, possibilmente all’aperto, è tornata la voglia di convivialità. Torna il gusto di pranzare, cenare, prendere aperitivi nei locali pubbblici.

Lo certifica l’ultimo rapporto del CENSIS, l’istituto di ricerca socio-economica che dal 1964 monitora i mutamenti comportamentali degli italiani. E l’ultimo studio realizzato con Italgrob, la Federazione italiana dei Distributori Horeca (acronimo di Hotel-Restaurant-Cafe’ o catering) lo certifica.

L’Italgrob è una associazione legata a Confindustria che si occupa di  quello che nel gergo degli addetti ai lavori indica “tutto il mercato dei consumi fuori casa”. Questo settore in epoca pre-pandemica garantiva l’occupazione ad oltre 1,2 milioni di persone e rappresenta uno degli asset più importanti dell’economia italiana. Un polo che raggruppa 336.137 imprese. Va rimesso in piedi.

IL “TERZO LUOGO”, DOPO FAMIGLIA E LAVORO

La definizione di “terzo luogo” è del sociologo urbano americano Ray Oldenburg, oggi  90enne, una vita dedicata a studiare e sostenere l’importanza dei luoghi di ritrovo pubblici informali per una società civile “funzionante nella democrazia e nell’impegno civico”.

D’accordo. Lockdown e le restrizioni imposte dalla pandemia hanno allontanato gli italiani da bar e ristoranti. Una mazzata per migliaia di esercenti. Molti locali sono stati costretti alla chiusura. Ma ora è tornata la voglia di riprendersi la normalità. Tornare alle vecchie, care abitudini. Il 71,1% della popolazione tornerà con uguale o maggiore frequentazione a fare colazione nei bar e nelle pasticcerie. Il 68,9% tornerà nei ristoranti e nelle trattorie.

Il 65,9% tornerà a consumare aperitivi e “apericene” in Wine-bar, enoteche o brasserie.

LA FILIERA ALIMENTARE, ARGINE DELLA MALAMOVIDA

È un colosso che conta su 3.800 imprese, più di 60mila addetti è un fatturato di 17 miliardi, prima della pandemia. Ora questo mondo va rimesso in piedi. E c’è un dato che conforta gli addetti ai lavori. Eccolo: il 21,7% – la percentuale sale al 40,9% per quanto riguarda i giovani – è intenzionato a frequentare di più i luoghi della convivialita’.

Un altro dato: il 74,8% dei giovani ritiene questi luoghi più sicuri e frequentabili , consentono di evitare le degenerazioni della movida. L’assenza di questi luoghi spinge i territori al declino economico e al degrado sociale.