Fca, operai Usa bocciano (2 su 3) contratto Marchionne-Uaw

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Ottobre 2015 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA
Fca, operai Usa bocciano (2 su 3) contratto Marchionne-Uaw

Fca, operai Usa bocciano (2 su 3) contratto Marchionne-Uaw

ROMA – I lavoratori americani di Fca hanno bocciato l’accordo sul contratto di lavoro. Il 65% dei dipendenti ha respinto l’intesa. Il sindacato United Auto Workers (Uaw) non nasconde la delusione per quello che è stato un vero e proprio plebiscito ma dovrà cercare ora di tornare al tavolo delle trattative.

“Non riteniamo la bocciatura dell’accordo una sconfitta. Riteniamo il voto dei nostri membri parte del processo”, ha dichiarato il presidente Uaw, Dennis Williams, l’uomo che con Sergio Marchionne era risuscito a salvare l’azienda dal fallimento e con il quale aveva scelto di fare l’accordo. Come si sa negli Usa il contratto si sigla con una delle società più grandi e disciplina poi la contrattazione per tutti. Uaw rappresenta 40.000 lavoratori Fca.

Perché il sindacato Usa non ha firmato. Sono passati 33 anni dal’ultima volta che il sindacato ha rifiutato l’accordo sul rinnovo contrattuale: allora seguirono 28 giornate di sciopero alla Ford. Oggi però i tempi sono cambiati, dopo il salvataggio seguito alla fusione con Fiat, l’ex Chrysler, insieme a Ford e General Motors condivide l’impennata a doppia cifra delle vendite: ricavi e profitti danno più fiato alle rivendicazioni che non sono solo salariali.

Il nodo principale resta ovviamente il doppio standard retributivo in Fca: la fascia inferiore, il 45%, gli assunti dopo il 2007, guadagnava da 16 dollari l’ora per arrivare al massimo a 20 dollari dollari, contro gli stipendi tradizionali, ante 2007, di almeno 28 dollari. L’accordo stretto tra Marchionne e Williams prevede l’innalzamento progressivo del salario della fascia più bassa fino a un massimo di 25,35 dollari l’ora.

Troppo poco per gli iscritti, vogliono che entro 4 anni di contratto la differenza venga eliminata. E poi ci sono le preoccupazioni per il trasferimento della produzione auto in Messico, mantenendo in Usa furgoni e Suv. Resta un’incognita – vogliono vederci più chiaro – il nuovo modello cooperativo di assistenza sanitaria.