ROMA – La Corte costituzionale tedesca è di nuovo chiamata a dire la sua sull’azione della Bce, da una denuncia presentata da tre giuristi. L’oggetto del contendere, questa volta, è il quantitative easing (Qe), che secondo gli accusatori sarebbe una violazione “oltraggiosa” del mandato affidato dagli Stati membri dell’unione monetaria alla banca centrale, e quindi contrario alla costituzione.
In un esposto di oltre 120 pagine datato 7 maggio, rivelato dal quotidiano francese Les Echos, l’esperto in diritto pubblico Christoph Degenhart e i due co-accusatori denunciano la decisione della Bce di avventurarsi in ambiti di politica monetaria “per i quali non hanno ricevuto alcun mandato“, e il mancato intervento di governo e parlamento di Berlino, oltre che della Bundesbank, per fermare questa deriva.
E’ una critica a tutto campo, che non risparmia nemmeno la definizione data dall’Eurotower di stabilità dei prezzi, quell’inflazione “vicina al 2%” che è alla base dell’azione della banca centrale fin dai suoi primi passi, che secondo i tre accademici sarebbe anch’essa in qualche modo un superamento del mandato dell’istituto. L’eccessivo impegno per perseguire questo obiettivo, argomentano, avrebbe infatti spinto la Bce a intraprendere misure di politica monetaria non convenzionali che hanno finito per “provocare uno spostamento duraturo e strutturale di competenze dagli Stati alla banca centrale”.
Il dibattimento sulla questione e il verdetto conseguente sono attesi non prima del 2016. Quando ormai, rileva sempre Les Echos, l’Eurotower avrà già immesso sui mercati “dei miliardi” con il quantitative easing.