Mele, ci vendono quelle dell'anno scorso. Inganno perfettamente legale Mele, ci vendono quelle dell'anno scorso. Inganno perfettamente legale

Mele, ci vendono quelle dell’anno scorso. Inganno perfettamente legale

Mele, ci vendono quelle dell'anno scorso. Inganno perfettamente legale
Mele, ci vendono quelle dell’anno scorso. Inganno perfettamente legale

ROMA – Mele, ci vendono quelle dell’anno scorso. Non è mica vietato. E sarebbe anche in qualche modo ovvio. Spiega infatti Carlo Bogliotti su La Stampa che il 2.017 è stato un pessimo anno per la raccolta delle mele. Causa tempaccio in forme varie, soprattutto due gelate a maggio che hanno decimato il raccolto, di mele quest’anno ce ne sono relativamente poche da mettere sul mercato e sui banchi vendita.

L’anno scorso invece di mele ce n’erano e ne furono raccolte tante, tantissime. Tante da avanzare, da superare le possibilità di consumo. E quindi sono state immagazzinate, in appositi magazzini dove la temperatura controllata impedisce possano diventare mele avariate, mele cattive. E quindi quest’anno ci vendono, ci stanno vendendo le mele dell’anno scorso. Mica sono cattive.

E allora dove il problema, anzi l’inganno? Il problema è che non esiste l’obbligo di scrivere sull’etichetta la data di raccolta delle mele. E quindi quando compriamo non possiamo sapere se è mela 2.016 o 2.017. Ma se sono buone entrambe, che differenza fa?

La differenza, ed è qui quello che Bogliotti giustamente battezza come inganno perfettamente legale, è che i prezzi delle mele 2.017 sono stati comprensibilmente aumentati fino al 3o per cento perché le mele 2.017 sono scarse. Ma a prezzi aumentati fino al 30 per cento ci vendono e stiamo comprando anche le mele 2.016 che scarse non erano e anzi erano state immagazzinate.

Letteralmente troviamo mischiate sullo stesso banco mele che al produttore e alla filiera quest’anno sono costate di più e quindi sono state aumentate di prezzo e mele che al produttore e alla filiera sono costate l’anno scorso di meno e che ora vengono ricaricate di prezzo senza oggettivo motivo. Si chiama speculazione, non è illegale. Ma sempre speculazione resta quella di immettere sul mercato mercanzie e derrate che si sono immagazzinate in attesa di prezzi maggiorati per farle appunto uscire dai magazzini.

Non è illegale, ma sapere che ci stanno vendendo ai prezzi di quest’anno (maggiorati dagli scarsi raccolti) le mele dell’anno scorso (costate a chi le produce e vende molto meno) dà la sensazione di essere ingannati, raggirati. Nel pieno rispetto della legge ovviamente.

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