Paura in Europa di crisi finanziaria. Italia a rischio

Grecia a rischio default, Italia sotto esame per il debito pubblico inarrestabile, il sistema bancario austriaco esposto con i paesi dell’est: i timori del Wall Street Journal sulla tenuta finanziaria europea
Norbet Barthle

Ci hanno messo nel gruppo dei “Piigs”, che, in inglese, con una “i” di meno, vuol dire maiali. Sono le iniziali di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna: secondo un gruppo di operatori finanziari internazionali sono i paesi europei che rappresentano il maggiore rischio per l’equilibrio finanziario del continente.

La convinzione diffusa è che questi paesi abbiano, come scrive il “Wall Street journal”, «un enorme deficit e prospettive di crescita molto basse, il che significa che il loro debito è destinato a crescere sempre di più, velocemente». Il tema è considerato dal “Wall Street journal” di urgente attualità. L’edizione europea del quotidiano riporta l’articolo con un titolo a tutta pagina: “L’euro precipita mentre i dubbi sul debito si diffondono”.

L’euro è sceso martedì 15 dicembre a $ 1,4505, il suo valore più basso dai primi di ottobre, «a causa del diffondersi dei timori sul debito dalla Grecia all’intera eurozona » scrive sempre il Wall Street Journal, che aggiunge: «Le promesse greche di austerità e rigore fiscale non sono bastate a fermare il crescente timore che la ripresa economica del continente possa essere bloccata».

Ci sono anche, riporta il giornale, «nuovi timori sul sistema bancario austriaco», alimentati da voci di crescenti problemi per una banca austriaca impegolata in dubbi investimenti nell’Europa dell’est. Anche la nazionalizzazione a sorpresa di un’altra banca austriaca, su pressioni della Banca centrale europea, hanno contribuito alla agitazione.

Il “Wall street journal” cita anche Norbert Barthel,  portavoce del Partito democratico cristiano tedesco, cioè il partito di Angela Merkel. Barthel definisce la Grecia la «punta dell’iceberg» e conferma che la Germania e altri paesi più forti hanno cominciato a ragionare su come sorreggere gli altri paesi più deboli dell’Euro in caso di un tracollo dei mercati finanziari.

Intanto la Borsa di Atene dopo la caduta di ieri 15 dicembre è in ripresa, mentre il ministro delle finanze Giorgio Papaconstantinou in missione nelle capitali europee per spiegare la strategia economica per uscire dalla crisi ha definito «soddisfacenti» i suoi colloqui a Bonn e Parigi. L’Indice Generale fa segnare dopo le prime contrattazioni un rialzo di circa lo 0,4% dopo che ieri aveva subito una flessione del 2,1%, ritenendo insufficiente, secondo gli analisti, il piano delineato lunedì dal premier Giorgio Papandreou per uscire dalla crisi. Flessione malgrado la sostanziale intesa raggiunta ieri dal premier con i leader dei principali partiti sulla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, per recuperare credibilità internazionale e porre le basi per la ripresa.

Oggi però l’Indice, sia pure con un fragile andamento altalenante, è tornato in territorio positivo dopo che Papaconstantinou ha avuto ieri colloqui con i suoi colleghi tedeschi e francesi ribadendo che Atene non ha bisogno di nessun piano di salvataggio UE. E presenterà a Bruxelles, che ieri aveva dato un ok di principio alla linea Papandreou dicendo però di voler vedere «le misure concrete», un piano di stabilizzazione che conterrà i dettagli delle misure e riforme annunciate ieri dal premier per riportare il deficit sotto il 3% del Pil nel 2013. Oggi e domani il ministro avrà incontri anche a Londra con il governo e gli investititori istituzionali.

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