Pensioni a 62 anni, Governo vuol farle pagare ad aziende e lavoratori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2018 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni a 62 anni, Governo vuol farle pagare ad aziende e lavoratori

Pensioni a 62 anni, Governo vuol farle pagare ad aziende e lavoratori

ROMA – Come finanziare nella legge di bilancio la famosa “quota 100” per consentire l’uscita dal lavoro già a 62 anni (e 38 di contributi) senza svuotare l’intero salvadanaio? Il Governo, sponda Lega, pensa di contenere l’esborso attingendo dai fondi di solidarietà e dai fondi esubero, in pratica vuol coinvolgere nello sforzo imprese e lavoratori. Soluzione creativa ma non esattamente una novità, perché la legge Fornero già prevede un meccanismo del genere pensato per le aziende che considerano vantaggioso abbassare l’età media dei lavoratori impiegati contribuendo (insieme ai dipendenti stessi direttamente in busta paga) al finanziamento delle uscite anticipate per i lavoratori senza i requisiti minimi per il pensionamento.

Chi pagherà le salvaguardie dei lavoratori disoccupati? Un meccanismo di cui lo Stato in ogni caso anche parzialmente deve farsi carico: l’esempio dei bancari è illuminante, le pensioni anticipate del settore sono costate alle casse statali 1,2 miliardi di euro. Ma quanti sono i settori produttivi dove le imprese sarebbero disposte a mettere soldi per le uscite anticipate di  migliaia di lavoratori? E se il nuovo meccanismo supererà e surrogherà l’attuale regime di anticipo pensionistico (volontario e sociale) chi finanzierà l’anticipo di quei lavoratori disoccupati perché vicino al ritiro e che, data l’età avanzata, hanno poche chance di trovare un nuovo impiego? Chi pagherà loro l’attuale salvaguardia?

La proposta della Lega. “All’interno della maggioranza”, ha spiegato Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali e punto di riferimento della Lega sulle pensioni, “Matteo Salvini ha ipotizzato che quota cento 64 con 36 fosse riduttivo ed ha rilanciato 62 con 38. Ovviamente la platea aumenta e conseguentemente è probabile quel completamento, che peraltro è nel programma della Lega ed era anche nel programma del Centrodestra cioè quello di far operare i fondi di solidarietà e fondi esubero, sul modello di quanto già accade con grande successo il settore del credito e delle assicurazioni, possa essere un complemento alla riforma in modo tale da consentire quella flessibilità che si voleva reintrodurre”. E aggiunge: “Questo è lo stato dell’arte: si sta lavorando sul fronte fondi di solidarietà e fondi esubero che potrebbero dare una a tutto il sistema”.