ROMA – Reddito di cittadinanza a 780 euro al mese non ci arriva quasi mai. E’ matematica e non opinione. Matematica scritta coi numeri del governo italiano, non con quelli della Commissione Europea. E’ il reddito di cittadinanza di Di Maio-Salvini a non arrivarci quasi mai davvero a 780 euro al mese, non quello di Juncker.
Non ci arriva a 780 euro al mese perché il reddito di cittadinanza e a scalare. Dai 780 euro al mese se ne devono scalare 280 nel caso chi voglia percepirlo viva in una casa dove non paga l’affitto. Poi dai 780 va scalato l’importo di eventuali indennità di accompagnamento in caso di invalidità. Oppure va scalato l’importo di sostegni alla disoccupazione percepiti. O ancora va scalato l’importo di sostegni regionali o comunali di welfare o contrasto alla povertà (buoni pasto per mense…). Insomma dai 780 euro al mese vanno scalati gli importi di tutte le altre forme di pubblico sussidio percepite, Giusto che non sia 780 per tutti sempre e comunque. Comunque non è 780 al mese per tutti e sempre.
Reddito di cittadinanza poi non ci arriva a 780 euro al mese di sicuro nel 2019. Anche perché reddito cittadinanza è appuntamento, se va bene, di primavera, cioè arriva a marzo-aprile. E così va in pagamento per 9/10 mesi e non per 12. Non escluso che in pagamento ci vada a giugno e quindi sia appunto pagato per sette mese e non dodici. Appuntamento di primavera un po’ perché i Centri Impiego vanno rifatti da capo a piedi e occorre tempo. E molto perché per pagarlo per 12 mesi il reddito di cittadinanza i soldi non ci sono proprio.
Nella legge di bilancio Di Maio e non la cattiva Europa ci ha messo per il reddito di cittadinanza otto miliardi (un altro per rifare i Centri Impiego). Bene, otto miliardi diviso cinque milioni di percettori diviso 12 mesi fa 133 al mese. E 133 non è neanche vicino a 780. Quindi 12 mesi pagati non ci stanno in 8 miliardi stanziati. Se reddito di cittadinanza lo paghi a cinque milioni di persone (Di Maio al solito ha abbondato: sei milioni di tessere in stampa, anche se forse in stampa virtuale su…piattaforma Rousseau).
Se invece reddito di cittadinanza pagato a una platea di circa due milioni di famiglia in povertà definita assoluta, allora otto miliardi diviso per due milioni per 12 mesi fa 370 euro. e 370 non è 780.
E poi reddito di cittadinanza è secondo Di Maio non assegno sostentamento ai poveri ma leva per creare lavoratori, lavoro e reddito. Quindi va a chi si trova in condizione non lavorativa. O a chi è in condizione di povertà? O a entrambi? Su questo punto M5S è stato sempre molto impreciso e, in teoria, largheggiante.
Si era partiti in campagna elettorale con 780 euro al mese per chiunque non ci arrivava a questa soglia di reddito. Previsione di spesa, previsione di M5S: 17 miliardi. Poi i miliardi stanziati sono stati otto. E quindi sempre a dire di Di Maio, il reddito di cittadinanza sia “abolisce la povertà” (alla lettera Di Maio) sia crea forza lavoro qualificata. E’ dunque assistenza e investimento insieme dice M5S.
Ma a 780 al mese davvero non ci arriva mai. E non per colpa dell’Europa cattiva.
E le pensioni, quota 100, bandiera questa di Salvini? E la pensione, l’andare in pensione a 62 anni? Il governo fortemente spera che dei circa 500 mila che potrebbero con quota 100 in pensione andarci nel 2019 molti, la maggioranza, rinuncino. Perché, anche qui, se davvero ci vanno tutti quelli che possono in pensione a 62 anni, anche qui i soldi non ci sono.