Reddito di cittadinanza un fallimento, 3 anni e mezzo da dimenticare, Meloni contro il “metadone di Stato“

S.O.S lavoro, il Reddito di cittadinanza è stato un fallimento, bilancio di 3 anni e mezzo da dimenticare, Meloni contro il “metadone di Stato“

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Novembre 2022 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
Reddito di cittadinanza un fallimento, 3 anni e mezzo da dimenticare, Meloni contro il “metadone di Stato“

Reddito di cittadinanza un fallimento, 3 anni e mezzo da dimenticare, Meloni contro il “metadone di Stato“

Reddito di cittadinanza, faciamo due conti, partendo dallo studio Cisnetto. In sintesi: strumento poco efficace, addirittura iniquo.  E non ha per niente sconfitto la povertà che viceversa è aumentata.

A tre anni e mezzo dalla sua introduzione il reddito di cittadinanza continua a dividere la Politica.  In vista tagli e sospensioni per recuperare 3 miliardi da dirottare sui capitoli della previdenza. Il governo Meloni vuole limare una spesa annua di 8 miliardi e ha messo nel mirino i “percettori di più lunga data”, le persone  che “rifiutano già la prima offerta di lavoro congrua”. Vuole vederci chiaro. Ci sta. Si tratta di soldi dei contribuenti.

LA PRIMA SCURE SUL REDDITO DI CITTADINANZA SUGLI OCCUPABILI

È solo un  progetto. Per ora. Ma c’è. Riguarda 660.602 beneficiari (un milione con le loro famiglie). Dati Anpal, ente pubblico vigilato dal Ministero del Lavoro. Sono i cosiddetti occupabili. Quelli che, secondo una diffusa narrazione, preferiscono il divano e rifiutano una occupazione.

Progetto in ogni caso complicato benché il sottosegretario Claudio Durigon (Lega) ci creda, convinto che “il sussidio non può essere a vita”. Solo in Campania sono 170 mila gli occupabili a rischio, il 25% del totale. È la regione al primo posto in questa speciale graduatoria. La premier Meloni sostiene che la riforma è improcrastinabile. In campagna elettorale chiamava il Rdc “metadone di Stato”.

Tuttalpiù è prevista, non la eliminazione, ma una sostanziale modifica. Persino nel nome.Al riguardo filtra il nome di “Reddito di solidarietà “, un sussidio per anziani senza lavoro, nuclei familiari con minori a carico o disabili. La legge di Bilancio chiarirà.

DOPPIO FALIMENTO DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Il Reddito di cittadinanza ha fallito due volte. Perché si è rivelato iniquo nella sua distribuzione e perché non è stato affatto uno strumento di reinserimento lavorativo. Lo studio Cisnetto ha certificato che “la base occupazionale non è stata allargata e i percettori hanno possibilità praticamente nulle di trovare un impiego”. E giù numeri, percentuali, tabelle. Solo il 5,2% dei percettori del sussidio ha stipulato il “Patto per il Lavoro”, cioè il percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo.

Inoltre da quando si può richiedere il Reddito di cittadinanza – 6 marzo 2019 – si è visto di tutto: abusi, condotte fraudolente (“solo nel 2021 oltre 160 mila: una enormità”), percettori che lavorano in nero per non perdere il sussidio, furbetti avidi, mafiosi ingordi, divanisti irridenti, tanti poveri cristi.

PLATEA POCO APPETIBILE PER LE AZIENDE

 Va anche detto che quella dei percettori  è una platea poco appetibile per le aziende perché poco specializzata, con scarse competenze tecnologiche e digitali. E quasi il 95% dei beneficiari, oggi lavoranti, svolge mansioni per cui sono richieste competenze basse o  al massimo medio basse. E in tutto questo non c’è alcuna misura per sostenere la formazione.  Un vuoto grave. E se i riformisti della maggioranza non partiranno da qui, non si a da nessuna parte.