Sanità: tagli e precariato, una “miscela esplosiva” ammazza-ospedali

Pubblicato il 26 Dicembre 2012 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Tagli e precariato in scadenza. Una “miscela esplosiva” che rischia di indebolire le presenze di medici, infermieri e operatori sanitari in ambulatori pubblici e corsie di ospedali. Nel servizio sanitario nazionale infatti a lavorare con contratto a tempo determinato (su un totale di 683.477 dipendenti, di cui due terzi donne) sono, secondo i dati ufficiali pubblicati dal Tesoro, oltre 29.500, 35.000 secondo altre stime che calcolano tutti i contratti atipici. Contratti in aumento rispetto agli anni passati.

Così la Sanità, con temute ricadute sulle cure da assicurare ai cittadini, potrebbe diventare il settore simbolo del rischio del mancato rinnovo dei contratti precari, per i quali la Nidil-Cgil (Nuove identità di lavoro, il sindacato dei lavoratori atipici) ha lanciato un allarme. Gli effetti peggiori si potrebbero vedere a partire dalla prossima estate, secondo le previsioni della Cgil Medici. Con conseguenze inevitabili per il servizio ai cittadini, in particolare per tutta l’area dell’emergenza-urgenza, dal 118 al pronto soccorso, avverte l’Anaao Assomed, dove l’uso del contratto a tempo è più utilizzato in tutte le regioni.

Grazie ad una norma che prevede un parziale sblocco del turn over per la sanità e alla disposizione contenuta nella legge di stabilità che concede una proroga fino al 31 luglio 2013 per alcuni contratti precari “storici”, infatti, il servizio sanitario pubblico potrà andare avanti nei prossimi mesi, ricorda Massimo Cozza, segretario del sindacato dei camici bianchi della Cgil. Ma la ”miscela esplosiva” aggiunge, potrebbe innescarsi proprio a causa del taglio al finanziamento del servizio sanitario nazionale che per il prossimo anno prevede un miliardo in meno.

”Rischio che diventa più concreto se non ci saranno percorsi di stabilizzazione in conseguenza dell’ultima drammatica riduzione di risorse – aggiunge Cozza – e per la mancata definizione del patto per la salute, che rischia di far pagare il conto proprio al personale e in particolare ai precari”. Già i dati 2011 della Ragioneria generale dello Stato riguardanti i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale secondo Cozza ”sono inequivocabili: i tagli aumentano”: dal 2009 al 2011 sono stati tagliati 3.360 medici (da 118.773 a 115.413) e dal 2010 al 2011 ci sono in meno 1.741 medici (da 117.154 a 115.413)”. Inoltre, ”dal 2010 al 2011 sono stati tagliati anche 100 medici a tempo determinato (precari) ma il loro numero rimane comunque elevato: 7.240, in grande maggioranza donne”.