Stipendi manager pubblici: tre fasce di reddito. Max 311mila € (ma non Moretti)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2014 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
Stipendi manager pubblici: tre fasce di reddito. Max 311mila € (ma non Moretti)

Stipendi manager pubblici: tre fasce di reddito. Max 311mila € (ma non Moretti)

ROMA – Stipendi manager pubblici: tre fasce di reddito. Max 311mila € (ma non Moretti). Il Tesoro sta mettendo a punto le regole per la retribuzione dei manager pubblici sfruttando le regole vigenti e quelle che stanno per entrare in vigore, come il decreto firmato dall’ex ministro Saccomanni che scatterà ad aprile. Il tetto massimo sarà lo stipendio del presidente della Corte di Cassazione, 311mila euro e non quello immaginato da Renzi, 239 mila, cioè l’appannaggio del presidente della Repubblica. Da aprile comunque scatteranno i primi risparmi e una mini-riforma, per cui si prevedono tre fasce di reddito con tetto fissato mentre per le retribuzioni più alte legate alle società  quotate ci sarà un taglio del 25% (quello contestato dall’ad di Ferrovie di Stato Moretti). Ovviamente i tagli valgono a partire dalle prossime nomine.

Tre fasce di reddito. Da Invitalia all’Anas, da Consap a Expo 2015, e poi Sogesid, Poligrafico ecc… le società non quotate saranno suddivise in tre fasce “di complessità”, in cui entrano parametri come il valore della produzione, gli investimenti, il numero di dipendenti. Alla prima fascia, quella delle società non quotate più importanti, appartengono per esempio Rai e Anas: lo stipendioo massimo è appunto quello di 311mila euro. Alla seconda fascia, società intermedie come il Poligrafico, il tetto imposto è pari all’80% di quello dela prima fascia, cioè 248mila euro. Alla terza fascia, le società minori tipo Sogesid, si applica un tetto pari al 60% di quello di prima fascia, cioè 186mila euro.

Taglio del 25% dei manager come Moretti. Per le società quotate, tipo Eni , Enel e Finmeccanica, o che emettono obbligazioni come Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie, Poste, si applicano le restrizioni contenute nel decreto Salva-Italia del governo Monti: un taglio del 25% da proporre all’assemblea dei soci con il parere positivo dell’azionista pubblico. Un taglio che si applica su retribuzioni in genere altissime per cui il tetto da 239mila euro immaginato da Renzi resta una chimera. Paolo Scaroni (Eni) prende 6,25 milioni lordi, Fulvio Conti (Enel) 3,95 milioni, Alessandro Pansa (Finmeccanica) 1,02 milioni, Massimo Sarmi (Poste) 2,2 milioni, Mauro Moretti (Ferrovie) 873.666 milioni.