Usa, Paul Krugman: “Moneta di platino da mille miliardi contro il default”

Pubblicato il 7 Gennaio 2013 - 18:30 OLTRE 6 MESI FA
Il premio Nobel all’Economia Paul Krugman (Foto Lapresse)

NEW YORK – Il presidente americano Barack Obama dovrà coniare una moneta di platino da mille miliardi di dollari, se i repubblicani si opporranno all’aumento del debito, provocando il default degli Stati Uniti: è la tesi del premio Nobel all’economia Paul Krugman. 

L’idea della “platinum option” era stata avanzata dal democratico Jerrold Nadler, ed è stata ripresa e sostenuta da Krugman nel suo blog sul New York Times.

La proposta è ”sciocca ma benigna”, scrive Krugman, sottolineando che l’ipotesi di far fare default agli Stati Uniti è “altrettanto sciocca ma allo stesso tempo spregevole e disastrosa. Quindi, sostiene Krugman, se Obama si trovasse davanti alle due alternative, ovvero la moneta da 1.000 miliardi e i repubblicani che costringono il default, la sua decisione dovrebbe essere ovvia”.

Criticando l’esistenza di un tetto del debito, Krugman spiega come con una moneta di platino da 1.000 miliardi depositata alla Federal Reserve (la banca centrale americana) consentirebbe al Tesoro di poter contare su una cifra sufficiente per evitare il tetto del debito, senza danneggiare l’economia.

La legge americana, infatti, concede al Tesoro di coniare monete di platino commemorativo di qualsiasi importo e sfruttando la dicitura non esatta delle norme in vigore, il Dipartimento se volesse potrebbe decidere di seguire questa strada.

La ‘platinum option’, così come è stata battezzata nei giorni scorsi, impazza su Twitter, dove l’hashtag #mintthecoin (conia la moneta) è uno dei più seguiti. A favore di questa soluzione per evitare un possibile braccio di ferro come quello del 2001, costato agli Stati Uniti il primo downgrade della storia, si sono già schierati 2.000 cittadini americani che hanno firmato sul sito della Casa Bianca ‘We the people’ una petizione che sostiene la moneta di platino. Se sarà raggiunto il quorum delle 25.000 firme, Obama dovrà rispondere.