Rubli russi di Putin a Marine Le Pen, Salvini alleato spettatore interessato

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Novembre 2014 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA
Rubli di Putin a Marine Le Pen, Salvini alleato spettatore interessato

Marine Le Pen (foto Lapresse)

ROMA – C’era una volta l’Urss, l’unione delle repubbliche socialiste sovietiche che, tra le altre cose, sovvenzionava e finanziava i partiti comunisti di mezzo mondo, Francia ed Italia comprese. C’era e non c’è più, e anzi, in una sorta di contrappasso storico politico, è oggi l’ultradestra del Front National di Marine Le Pen ad incassare i rubli di Mosca mentre, nel nostro Paese, a giocare nel ruolo dello spettatore interessato, è la Lega di Matteo Salvini.

Due storie, va detto, molto differenti quella del Front National e del Carroccio. Il primo ha appena ufficializzato di aver ricevuto da Mosca un prestito da 9 milioni di euro, e di averne anche già incassati 2; mentre il segretario leghista Matteo Salvini, oltre ad un viaggio nella capitale russa ed una serie di dichiarazioni pro-Putin, non si è per ora spinto. Differenze a parte però, il finanziamento russo al Front National potrebbe costituire un precedente, o comunque una prima volta per uno schema potenzialmente replicabile e comprensibilmente interessante per molti soggetti politici, italiani e non.

In tempi di crisi economica e, limitatamente al nostro Paese, all’indomani dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, sono infatti in molti a trovarsi con le casse a secco o quasi. Non a caso negli ultimi mesi proprio la Lega, oltre a Forza Italia, ha avviato una serie di licenziamenti frutto, come si legge nelle motivazioni presentate, della riforma del finanziamento pubblico.

“L’identità di vedute tra Marine Le Pen e Vladimir Putin viene da lontano – scrive Stefano Montefiori sul Corriere della Sera -, come ama ricordare la stessa leader del Front National: ‘Con grande lucidità già nel 1995 Putin disse che in dieci anni la Francia sarebbe diventata una colonia delle sue ex colonie’. (…) Questa amicizia sta dando i suoi frutti, perché le casse vuote del Front National hanno appena ricevuto una prima tranche di due milioni di euro sul totale dei nove ottenuti in prestito dalla First Czech Russian Bank, un piccolo istituto russo di proprietà di Roman Yakubovich Popov, uomo vicino al premier Medvedev e al presidente Putin. Il tesoriere del Front National, Wallerand de Saint-Just, ha confermato ieri la notizia diffusa il giorno prima del giornale online Mediapart : ‘Il prestito è frutto di un lavoro tecnico che ho compiuto negli ultimi quattro mesi, perché si tratta di persone molto minuziose. È un’operazione perfettamente normale e regolare. Avrei preferito una banca francese, o anche una europea per una questione di vicinanza e di lingua, ma nessuna è più disposta a darci un centesimo’”.

Al di qua delle Alpi nessun rublo è ancora arrivato e, ad onor del vero, non è nemmeno detto che arrivi. Le simpatie leghiste nei confronti di Vladimir Putin e della sua politica sono infatti tiepidamente ricambiate, o almeno non come lo sono quelle della Le Pen e, per quel che si sa, Salvini e i suoi, oltre a schierarsi su diversi temi a fianco di Mosca, non risulta che abbiano chiesto finanziamenti o prestiti.

Restano però negli occhi e nelle cronache italiane il viaggio di Salvini a Mosca, sintetizzato in un cinguettio del leader del Carroccio: “#Mosca: no #clandestini, no lavavetri, no campi Rom. Ragazze in metropolitana alle 2 di notte senza paura”. E prima di questo le sceneggiate, frequenti, di un altro esponente leghista, Gianluca Buonanno, che non perde occasione per ribadire il sostegno suo e del suo partito alla Russia di Putin e che negli interventi al Parlamento europeo veste una t-shirt con sopra scritto: no sanzioni alla Russia. Come in occasione del via libera dell’europarlamento alle sanzioni contro Mosca per la crisi in Ucraina quando sottolineò come, secondo lui, “le sanzioni europee nei confronti della Russia sono una cretinata, soldi buttati via, perché se a Putin girano le scatole passiamo l’inverno al freddo”. E anzi, aggiunse Buonanno: “In Europa io farei comandare la Russia non a questi euro pirla”.