Governo Letta, se regge non c’è trippa per Beppe Grillo

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 7 Ottobre 2013 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (foto Ansa)

Beppe Grillo (foto Ansa)

ROMA – Se c’è un capo che esce davvero sconfitto da questa fase politica, questo capo è Beppe Grillo, il comico fattosi leader di un partito, il Movimento 5 Stelle. A guardare i sondaggi, per quel che contano, c’è un Pd trainato verso l’alto dal duo Enrico Letta-Matteo Renzi; c’è un Pdl-Forza Italia trascinato in basso dal Cavalier Berlusconi al capolinea; c’è un M5S che non beneficia più dello sfascio della Seconda Repubblica.

Lo slogan “tutti a casa”, stendardo grillino, perde fascino e consensi. Il tempo lavora contro i cittadini-parlamentari, come se il popolo fosse stanco di aspettare la “rivoluzione permanente” e si accontentasse di uno straccio di governo non pessimo, guidato dal tandem Letta-Alfano. Gli sfottò Alfetta e simili restano sfottò da giornali satirici, ma non cambiano la realtà. E forse questo spiega il nervosismo grillino, le battute disperate di Vito Crimi, pessimo imitatore del sadismo comico-grillesco del Capo, le minacce alla deputata ex-stellina che ha votato per la stabilità. Verrebbe da dire che nel gioco delle coppie (Verdini-Santanchè, Renzi-Letta, Fitto-Alfano) ce n’è una che, da sponde diverse, segue la stessa sorte: è quella di Grillo-Berlusconi.

E’ come se la fine (quasi) del Signore di Arcore trascinasse con sé il Comico dei comici. Come se mancando i malati non servono più i medici, scomparsi i ladri non servano più i carabinieri, debellati i topi non servano più i gatti. L’impressione è che Grillo sia stato percepito come novità contro un regno impersonato da Berlusconi, e che il Comico, nell’ansia di farsi re a sua volta, abbia mescolato Pd e Pdl nella stessa bevanda acida perché il popolo non potesse più esercitare discernimento. Il “cappuccino” Pdl+Pd senza elle pare non aver funzionato.

E la battuta disperata di Crimi sembra dettata dalla scoperta della realtà: non è passata l’idea che Letta sia come Berlusconi, o che il presidente Napolitano sia complice di Berlusconi. Adesso la lunga marcia di Grillo ricomincia. Il governo Letta-Alfano potrebbe durare un paio d’anni, e hai voglia ad abbaiare alla luna per settecento giorni, come minimo ti va via la voce. E che cosa sarebbe un comico senza voce, se non sei Charlot o almeno Buster Keaton. E, decisamente, Beppe non è né l’uno né l’altro.