Salento, gli ulivi malati li curiamo con la Taranta?

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 27 Marzo 2015 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Salento, gli ulivi malati li curiamo con la Taranta?

Salento, gli ulivi malati li curiamo con la Taranta? (foto Ansa)

ROMA – La millenaria storia dell’uomo racconta che, davanti a fenomeni inspiegabili, siamo pronti a rispolverare magia e oscuri complotti. E guai se qualche buontempone, che ha passato la vita a studiare quei fenomeni, ci propone rimedi scientifici. E’ quello che sta accadendo agli ulivi nel Salento. La Xylella, questa microscopica bestiolina sconosciuta ai più ma non agli scienziati, sta distruggendo migliaia di piante secolari. Gli studiosi della materia suggeriscono di abbattere il prima possibile gli ulivi malati, in modo da fermare il contagio.

Ora, si sa, molta parte dell’economia del Salento passa per l’olio, una ricchezza insostituibile per ragioni culturali e di sostanza. La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di piante, l’olio è vita. I contadini già dall’antichità consideravano segno dell’avverso destino la rottura di un orcio o di una bottiglia. Una sfiga da cancellare con riti magici. L’Italia, si sa, produce il 16 per cento dell’olio di tutto il mondo, preceduta solo dalla Spagna, che ne produce il 45 per cento. Tenere a mente questo dato.

La Xylella ha sconvolto i piani della storia, colpendo una pianta che fu tra le prime ad essere domesticate, 3500 anni fa, in Mesopotamia, da dove si diffuse nel Mediterraneo e in Europa. Essendo la “bestia” altamente distruttiva, gli scienziati suggeriscono il metodo radicale: tagliare. Ma il partito ulivista, che va da Al Bano a Sabina Guzzanti, suggeriscono di resistere, come se la malattia si potesse combattere con le chiacchiere e con la Taranta. Intanto le piante continuano a morire.

La resistenza poggia certo sull’amore per gli ulivi. Ma non mancano anche fantasiose ipotesi di complotto. La più diffusa racconta che, venendo la Xylella dal Brasile ed essendo il Brasile patria della multinazionale Monsanto, tutto si spiega. Tradotto, suona così: l’animaletto pestifero viene diffuso ad arte dalla Monsanto per sostituire gli ulivi salentini (e pugliesi e italiani) con quelli geneticamente modificati, che produce Israele. Ci risiamo con i Saggi di Sion. E, quindi, giù le mani dalla Puglia fino alla morte. Piuttosto acqua e verderame a volontà, per vedere l’effetto che fa.

Come al solito, siamo alla fantascienza e al complotto. Rimangono tre domande. La prima: se Israele alleva ulivi che resistono alla Xylella, bisognerà ringraziarlo o tirargli un paio di bombe? La seconda: se la Monsanto ha un progetto così diabolico, non farebbe prima a puntare sulla Spagna che ha un numero di piante tre volte superiore all’Italia e qualche centinaio di volte superiore al Salento? La terza: torniamo ai riti sacri (e magici) che accompagnarono il passaggio fi San Paolo nel Salento, nel primo secolo dopo Cristo?