Marco Travaglio bacchetta Di Maio: infantile e inadeguato. E su Draghi…

di Carlo Luna
Pubblicato il 28 Ottobre 2018 - 06:27 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio (nella foto) bacchetta Di Maio: infantile e inadeguato. E su Draghi...

Marco Travaglio bacchetta Di Maio: infantile e inadeguato. E su Draghi…

“Incredibile all’Appiani” . L’eclamazione è di antica data. L’ho presa  in prestito dal grande radiocronista sportivo Nicolò Carosio, che riferiva delle straordinarie sorprese   del Padova calcio, allenato da Nereo Rocco, nello stadio della città veneta. L’Appiani, appunto. Ieri, sabato, è successo sulla stampa  qualcosa di analogo in campo politico. Sono rimasto sorpreso e un po’ invidioso.

Ho letto, infatti che  l’affermazione di Luigi Di Maio in replica alle dichiarazioni del presidente della Bce, Draghi (“Avvelena il clima invece di tifare per l’Italia”)  “denota una buona dose di infantilismo e di inadeguatezza. E non è degna di un vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo. Ma neppure di un leader politico che dovrebbe essere sintonizzato con i cittadini o, quantomeno, con i suoi elettori”.

Leggendo il seguito lo stupore aumenta. L’autore, infatti, non contento di aver strapazzato duramente il vice Presidente dell’attuale Governo, aggiunge:” Chiunque abbia qualche euro da parte, incluso chi vota 5Stelle e Lega, è allarmato dallo spread che non accenna a calare e per le turbolenze e le speculazioni sui mercati che portano con sé i guai delle banche imbottite di titoli di Stato e i declassamenti del nostro mostruoso debito pubblico. Cioè danneggiano le tasche non degli speculatori, che anzi ci campano, ma dei risparmiatori, che ci rimettono”.

Ho affrontato il resto di questo straordinario scritto ed ho scoperto altre perle: “Anche il più gialloverde dei risparmiatori sa benissimo che cosa merita di essere ascoltato fra le analisi argomentate di Draghi e le repliche sgangherate dei ministri italiani. Draghi, oltre a essere uno dei più autorevoli e stimati personaggi che vanti oggi l’Italia, non è un euroburocrate in campagna elettorale, diversamente dai vari Oettinger, Moscovici e Juncker. E non è neppure un nemico dell’Italia, visto che si è scontrato duramente con gli ultrà tedeschi, filo-tedeschi e anti-italiani allergici alle cannonate del Quantitative easing che con l’acquisto massiccio di titoli di Stato ha aiutato per cinque anni i Paesi europei più indebitati, Italia in primis”. Confesso che è cresciuta ancora la mia invidia perché queste cose, tanto azzeccate e puntuali, avrei voluto scriverle io. Invece mi tocca rosicare di fronte a un’analisi così perfetta.

Ecco le affermazioni conclusive: “Se non vogliono stare né con chi ha rovinato l’Europa né con chi vorrebbe distruggerla definitivamente, ma con chi vuole cambiarla seriamente, i 5Stelle dovrebbero cambiare linguaggio e uscire dall’infantilismo” che ieri ha portato Di Maio a mandare a quel paese Draghi, cioè l’unica autorità europea che non fa campagna elettorale contro l’Italia e tenta, per quel che può, di aiutarla. Significa guardarsi dai veri nemici, distinguerli dagli amici insospettabili, parlare un linguaggio da statisti e non da asilo Mariuccia o da osteria, smetterla di fare gli struzzi per esorcizzare la dura realtà dei numeri. Cioè fare gli interessi del tanto strombazzato “popolo”.

Chi segue le mie modeste sortite politiche non riuscirebbe a comprendere lo sconcerto che ho provato. Colmo la lacuna e spiego il perché: tutto quello che avrei voluto scrivere io, è apparso invece nell’editoriale di Marco Travaglio. Per questo mi è venuta in mente la celebre frase di Nicolò Carosio.   Possiamo finalmente gridare;“Incredibile al Fatto quotidiano”!