Grecia, Francia, Spagna: anche la sinistra bastona migranti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2015 - 11:45 OLTRE 6 MESI FA
Grecia, Francia, Spagna: anche la sinistra bastona migranti

Gli scontri tra polizia e migranti a Kos, in Grecia (foto Ansa)

ROMA – L’agente col coltello in mano schiaffeggia un migrante. A Kos, Grecia. Gli agenti che caricano i profughi che inseguono il sogno Inghilterra. A Calais, Francia. Agenti che sparano sui disperati in fuga dall’Africa, via Marocco. A Melilla, Spagna (nel 2005). Rispettivamente la Grecia di Tsipras, la Francia di Hollande, la Spagna di Zapatero. Tre tipi diversi di sinistra, ma sempre di sinistra (comunisti o socialisti che siano) stiamo parlando, non dell’Ungheria di Orban (quello del muro anti clandestini).

Eppure, davanti all’emergenza migranti non c’è sentimento socialdemocratico e progressista che abbia fermato questi governi dall’armare i manganelli delle loro forze dell’ordine. Va bene l’ospitalità, va bene la solidarietà. Ma quando gli ospiti protestano (stare nei centri, anche provvisori, d’accoglienza non dev’essere una passeggiata di salute), nel dubbio meglio caricare.

Maria Serena Natale ha scritto sul Corriere della Sera un commento intitolato appunto: “La sinistra identitaria e l’uso della forza”. Nella sua analisi prende spunto dagli ultimi fatti di cronaca, dalle cariche di Kos:

“Fuori controllo” ripete il sindaco di Kos, l’isola greca dove la polizia ha caricato con i manganelli la calca dei migranti. Giovani, anziani, donne e bambini stretti gli uni contro gli altri, gli occhi sgranati e le mani aperte, masse indistinte come i dannati di Bosch. Millecinquecento profughi afghani e siriani sono stati trasferiti nello stadio in attesa di essere registrati, in fila sotto il sole e senz’acqua.

E così fu al confine Ceuta-Melilla, confine tra Spagna e Marocco e più metaforicamente ponte tra la miseria africana e il sogno europeo: nel 2005 gli agenti di Zapatero non si fecero scrupoli ad aprire il fuoco su chi provava a saltare il filo spinato. E così succede a Calais, dove i migranti fermati mentre tentano di imbarcarsi per Dover chiedono condizioni più umane alla Francia di Hollande. Perché essere buoni per ideologia è un conto, governare l’emergenza è un’altra cosa.