Scontro sul tema del Lavoro, volano promesse e insulti: un problema (insoluto) da 25 anni, dai tempi di Treu Scontro sul tema del Lavoro, volano promesse e insulti: un problema (insoluto) da 25 anni, dai tempi di Treu

Lavoro, volano promesse e insulti: un problema (insoluto) da 25 anni, dai tempi di Tiziano Treu

Lavoro, scontro sulla occupazione. La campagna elettorale si infiamma. Dice un furioso Matteo Renzi: ”Il Pd ha deciso di attaccare il Jobs act per difendere il reddito di cittadinanza”.

Di attaccare una misura che ha creato posti di lavoro per difenderne una che ha prodotto assistenzialismo, di schierarsi contro la cultura del lavoro a favore di quella del sussidio”.

Ricorda due cose curiose: il Jobs act (superamento dell’articolo 18, contratto a tutele crescenti, ammortizzatori) era stato fatto proprio con la benedizione del Pd. Quando fu portato in aula il reddito di cittadinanza, c’era in sella il governo gialloverde e il Pd aveva fatto ostruzionismo.

E Renzi non c’era più, c’era Maurizio Martina oggi dirottato alla FAO. Una unghiata , certo, dal sapore propagandistico ma che rimette al centro un tema nevralgico, tra i tanti, di una campagna elettorale già rovente. Tutti contro tutti.

Su tutto: il pokerista Putin, lo scostamento sì o no (Salvini contro Draghi e Meloni), il caro -bollette, i rigassificatori (calma, arriveranno nel 2023). Poi, a ingarbugliare la matassa, ci si è messo Trump che tifa Conte. La sciura Truss, neo primo ministro del Regno Unito, che strizza l’occhio  a Giorgia (la “pescivendola”, secondo Alan Friedman su La7). I carbonari del Nazareno che vogliono rispedire Letta a Parigi.

De Benedetti che non le manda a dire a nessuno:”Letta? Non ha capito che serviva una alleanza elettorale. Meloni? È solo una scolaretta incipriata. Conte? Ha fatto malissimo a far cadere Draghi. Berlusconi? Non lo vedo a fare il paggetto alla camaleontica Meloni. Si sfilerà dal centrodestra”. E così il tema Lavoro passa in cavalleria.

LE RIFORME DEL LAVORO IN ITALIA

Tribolate da sempre. Almeno da 25 anni. Fin dai  tempi del famoso (si fa per dire) “Pacchetto Treu”, dal nome di Tiziano Treu, il  giuslavorista veneto in quota Pd. Poi c’è stata la riforma Biagi (2003), la Fornero (2012), il Jobs act (2014). Addirittura il Decreto dignità (2018), la legge di bilancio (2022) con cui Draghi si è occupato persino dei Fondi per i Centri di impiego e degli sgravi sugli apprendisti. Morale: l’occupazione è in calo. Di poco, per fortuna (fonte Istat). Ma è in calo. E con questi chiari di luna, con il caro Energia,  c’è poco da stare allegri.

PROMESSE ELETTORALI

Sono tante. Ogni partito ha la sua bella ricetta.  Viene citato persino il lavoro domestico, problema atavico del Paese. Ma dopo le urne del 25 settembre che succederà’?

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