Ucraina. Non regge tregua nell’est, abbattuto elicottero di Kiev

Licinio Germini
Pubblicato il 25 Giugno 2014 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA
Soldati ucraini nell'est

Soldati ucraini nell’est

RUSSIA, MOSCA -Non regge la tregua nell’est dell’Ucraina. Dopo poco più di 24 ore dall’annuncio di un cessate il fuoco da parte di uno dei leader separatisti, i miliziani hanno abbattuto un elicottero militare di Kiev nei cieli di Sloviansk, una delle roccaforti dei filorussi, uccidendo almeno nove persone, mentre nuovi colpi dell’artiglieria ucraina sono piovuti nei villaggi limitrofi. Sembrano cosi’ precipitare  le speranze di trovare una soluzione pacifica a un sanguinoso conflitto in cui secondo l’Onu hanno finora perso la vita 423 persone.

Il presidente Petro Poroshenko valuta lo stop al cessate il fuoco, che il presidente Vladimir Putin aveva bollato in giornata come “insufficiente”. A lasciare aperto uno spiraglio di luce nel tunnel della guerra civile c’e’ il ritiro dopo quattro mesi della minaccia di un intervento armato da parte di Mosca. Lo ‘zar’ Putin ha infatti chiesto al Senato di revocare il permesso di far intervenire le truppe russe nel territorio della repubblica vicina: un’apertura che e’ stata salutata positivamente sia dalla Casa Bianca e in un primo momento dallo stesso Poroshenko, che nei giorni scorsi ha pure incassato il sostegno del leader del Cremlino al suo piano di pace.

Si tratta dello stesso permesso che sempre la camera alta del parlamento di Mosca aveva approvato all’unanimita’ e in un batter d’occhio il primo marzo – in piena crisi di Crimea – non appena era arrivata la proposta di Putin, motivata ufficialmente dalla necessita’ di proteggere i russi e i russofoni d’Ucraina, concentrati appunto nella parte sud-orientale del Paese. L’ultima parola spetta al Senato, che votera’ mercoledi. Ma secondo molti osservatori si tratta di una pura formalita’ e nessuno in Russia mettera’ il bastone tra le ruote al progetto di Putin. Sul campo però si sono registrati combattimenti non solo a Sloviansk, ma anche in altre zone della tormentata Ucraina orientale, e in un incontro a Kiev con il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier prima dell’abbattimento dell’elicottero, Poroshenko aveva denunciato otto attacchi dei separatisti con almeno un morto e sette feriti da parte ucraina. Ma il bilancio e’ presto salito a due morti.

I ribelli sostengono pero’ a loro volta che le truppe di Kiev hanno aperto il fuoco lunedi sera contro postazioni separatiste vicino al villaggio di Semenivka con colpi di artiglieria, mentre l’agenzia ufficiale russa Itar-Tass riporta spari nella notte da parte dell’esercito ucraino nei dintorni del villaggio di Privolie, dove sarebbe rimasta uccisa una donna. Si tratta di notizie difficilmente verificabili, in un contesto reso ancora piu’ incerto dal tiro incrociato delle propagande. L’apertura parziale di Putin arriva all’indomani di una telefonata con il presidente Barack Obama in cui questi ha minacciato nuove sanzioni contro la Russia se Mosca non fermera’ l’entrata di uomini armati in Ucraina e non ritirera’ il suo sostegno ai separatisti.

Ma dopo che Poroshenko ha chiesto a Mosca “passi concreti” per la realizzazione del piano di pace in seguito a una conversazione telefonica nella notte – la seconda in 48 ore – col vice di Obama, Joe Biden, il presidente ucraino ha sottolineato che il cessate il fuoco “deve essere accompagnato dalla liberazione degli ostaggi”, ma anche “dalla chiusura della frontiera per fermare la penetrazione di mercenari e armi provenienti dalla Russia”, che Kiev e i suoi alleati occidentali accusano di armare i ribelli.

Nel pomeriggio, Putin intervenendo da Vienna ha però avvertito che una sola settimana di tregua non e’ sufficiente e che il cessate il fuoco deve essere prolungato, ed e’ anche tornato a insistere affinche’ le autorita’ ucraine negozino la pace direttamente con i separatisti. Una soluzione per ora lontana perche’ il governo di Kiev continua a dire di non voler trattare da pari a pari con quelli che definisce “terroristi”. Mosca sottolinea dal canto suo che “continuerà a difendere” i russofoni nella regione, e che chiedere ai ribelli di deporre le armi “è senza senso”. Eppure ieri sera, a sorpresa, a un vertice a Donetsk con i rappresentanti di Russia, Ucraina e Osce c’erano anche dei leader separatisti. Ed e’ proprio in quell’occasione che i ribelli hanno annunciato il cessate il fuoco: una tregua che pero’ si e’ presto rivelata effimera.