Grillo, Renzi e i soldi. il gatto, la volpe e l’uva

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Dicembre 2013 - 17:53 OLTRE 6 MESI FA

Grillo, Renzi e i soldi. il gatto, la volpe e l'uvaROMA – Sui soldi ai politici e alla politica, qui e oggi Italia 2013/2014 e un paio di decenni precedenti, ha ragione Beppe Grillo. Punto e basta, punto e e capo. E avrà ragione ancora e ancora Beppe Grillo fino a che non sarà messo quel punto, quel basta e non si sarà andati a capo, ad altra riga e altro testo. Fino a che non sarà tolto alla politica e ai politici italiani un miliardo almeno e forse più di soldi pubblici. Ha ragione Grillo sui soldi alla politica e ai politici.

Lo stesso Grillo che sui soldi pubblici e privati, sul portafoglio generale e individuale ha torto pieno e marcio. Lo stesso Grillo che cloromorfizza buona parte degli italiani con il gas allucinogeno del “togliamo i soldi ai politici” e torneremo tutti garantiti, tranquilli e anche un po’ benestanti. Quel Grillo che con il suo predicare anti euro, anti Equitalia, anti straniero, anti tempo ci può davvero portare ad una vera e collettiva miseria. Lo stesso Grillo che sui soldi pubblici da togliere alla politica e ai politici ha piena e incontrovertibile ragione.

Che sui soldi pubblici alla politica e ai politici Beppe Grillo abbia ragione Matteo Renzi lo ha capito, e non da oggi. Era ancora il 2012, campagna elettorale a guida Bersani, ben prima del 25% dei voti a Grillo di febbraio 2013, e Renzi avvertiva il Pd: tagliamo noi lo stipendio ai parlamentari, togliamo noi i vitalizi ai consiglieri regionali e leviamo a M5S buona parte della forza che ha nei sondaggi e così vinciamo le elezioni. Il Pd non ascoltò Renzi, le elezioni politicamente le vinse Grillo e le perse Bersani. Ora Renzi segretario del Pd si muove sui soldi, sui soldi pubblici ai politici e alla politica.

Si muove finalmente, finalmente il Pd ha un segretario attivo dopo dieci mesi di ipnosi e auto ipnosi nociva e maldestra. Si muove come un gatto Renzi, ma del gatto adotta l’attenzione, la prontezza di riflessi, l’intuito, l’olfatto difensivo e predatore insieme. Non basta, del gatto Renzi deve adottare il graffio, l’artiglio. magari retrattile ma l’artiglio. Non l’ha fatto e questo è un guaio per lui. Per ora è un gatto che si aggira, scruta, magari soffia ma non graffia. Fuori di metafora, Renzi non può fermarsi dove si è fermato Letta, ad un finanziamento ridotto ai partiti, ridotto rispetto ad oggi, ridotto e volontario da parte dei cittadini…dal 2017. Qui può fermarsi, forse, un governo. Ma il Pd di Renzi deve, qui e subito dire: io i soldi pubblici del 2014 non li prendo. Costi quel che costi, anche duecento persone, duecento lavoratori che restano senza stipendio.

Renzi deve dire: quei soldi pubblici il mio Pd non li prende. Per poi poter dire: basta con i finti rimborsi ai consiglieri regionali di tutti i partiti, basta con il denaro pubblico per intrattenere gli elettori e le clientele. Da quei si risparmia parecchio, molto più dei milioni che vanno ai partiti e che M5S già rifiuta di incassare. Da qui, dalle Regioni e dai Comuni, dai partiti a livello locale si comincia a risparmiare, a togliere alla politica e ai politici quel mezzo, quel miliardo intero e forse più. Soldi, bottini, trofeo da consegnare alla pubblica opinione e all’elettorato come pegno e prova di riconciliazione. Renzi e il Pd ne hanno bisogno come l’aria, non hanno bisogno per sopravvivere dei milioni del finanziamento pubblico, hanno bisogno per sopravvivere di non prenderli quei milioni. Qui e oggi quei milioni sono veleno puro per un organismo politico e c’è ancora chi li considera ossigeno.

Renzi gatto a metà, Grillo volpe. Volpe nello stare in tana, volpe nello sgusciare, volpe nel mordere. Ma volpe orba. Grillo che non si sa se creda davvero e se spacci senza crederci la favola tanti stupida quanto di successo per cui togliendo i soldi ai politici (che vanno tolti) tutto il resto torna a girare. Grillo che non vede, non capisce o forse nasconde (la seconda ipotesi la più probabile) che l’Italia tutta non produce, non è più in grado di produrre quella ricchezza e in quella misura per consentirci di tornare a stare come prima, meglio di prima. Scuola discutibile e decadente, pessima università, scadente organizzazione del lavoro, tremenda Pubblica Amministrazione, insufficiente imprenditoria, sindacalismo corporativo, corporazioni sindacalizzate, infrastrutture desuete e , se la vogliamo mettere in slogan ideologici, un socialismo impiegatizio unito ad un capitalismo minimo e provinciale, uniti ad una cultura del diritto acquisito, uniti ad un elogio e inno alla incompetenza di massa…Questo e altro ancora che vale centinaia e centinaia di miliardi mancanti e mancati non è che lo annulli e cancelli se alla politica e i apolitici gliene togli un paio di miliardi.

Il gatto non graffia, la volpe è orba. Forse perché l’uno gli artigli non li ha poi veramente, forse perché l’altro è quel che è: occhio vispo ma privo degli occhiali della scienza e competenza. Sono comunque loro che si contendono l’uva del consenso sociale prima ed elettorale poi. La prima battaglia, il primo duello fra i due sui soldi ai politici. E’ la terra, la roccaforte, il bastione di Grillo. Se Renzi riesce appena a sbarcare e a stabilire una testa di ponte, allora da quel momento sarà Grillo ad arretrare metro dopo metro. Se Grillo invece ributta a mare Renzi, Renzi pian piano affoga.