Condoni, posti di lavoro, femmine…Da Berlusconi con le brache calate

di Lucio Fero
Pubblicato il 11 Febbraio 2013 - 13:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA -In un articolo in prima pagina su La Stampa Luca Ricolfi stupiva, insomma non sapeva darsi ragione del perché e per come tutti gli intervistatori televisivi di Silvio Berlusconi consentissero, come fosse la cosa più ovvia, naturale e professionale del mondo, la riproposizione di documentate falsità. Luca Ricolfi non sapeva darsi ragione ma a malincuore si dava pace: è così e non ci si può fare nulla, il giornalismo e la conduzione televisiva non prevedono, non contemplano e non praticano l’intervento in studio dei fatti. Non quando questi dovessero togliere spazio alle parole. Il fenomeno è visibile al suo massimo grado e degrado con Berlusconi, ma riguarda tutta l’informazione (?) politica via tv.

Al giornalista soprattutto televisivo ma non solo sembra non spettare istituzionalmente sapere che “quattro milioni di posti di lavoro quattro” promessi o semplicemente “auspicati” da Berlusconi dovrebbero pigiarsi in 4.460.891 aziende (tante sono in Italia, anzi erano nel 2010) di cui ben 2.606.017  “individuali”, cioè con un solo occupato, di solito il titolare. Pensate all’effetto se un conduttore-intervistatore avesse saputo e cortesemente chiesto a Berlusconi: lei pensa, propone, consiglia a questi due milioni e mezzo di raddoppiare il personale? Si sarebbe visto che Berlusconi ha letto in fretta la cifra delle aziende, i 4 milioni e passa, e ha sparato: ogni imprenditore ne assuma uno, “come fosse a nero s’intende…”. Si sarebbe visto che Berlusconi neanche aveva letto la seconda cifra Istat, quella delle imprese “individuali”. Si sarebbe visto che Berlusconi in questo caso non sapeva di cosa parlava. Si sarebbe visto ma, per farlo vedere, si sarebbe dovuto sapere.

E invece l’informazione (?) soprattutto televisiva non sa e non intende sapere. Ancora Berlusconi, parla davanti a fior di conduttori in radio e tv del “condono tombale e pure edilizio”. Sono disponibili da tempo, non serve gran ricerca, dati ufficiali che calcolano come con i condoni edilizi ad esempio lo Stato ci rimetta. Infatti incassa in media uno e spende in media dieci per portare agli abusivi sanati la cosiddetta “urbanizzazione”. Quindi non è vero, è dimostrato e dimostrabile che con il condono non arrivano pochi maledetti e subito soldi nella casse dello Stato, al contrario ne escono. Se lo si sapesse, di questo si potrebbe informare il telespettatore, il cittadino, magari anche Berlusconi.

Sempre lo stesso Berlusconi che sempre in radio e tv dice: “Dello spread non ci può fregare di meno perché è una cosa che paga solo Bankitalia”. Sapendolo si potrebbe informate il cittadino, l’ascoltatore e pure l’intervistato di come e quanto lo spread lo paga l’imprenditore, lo paga chi ha un mutuo, chi ha un negozio, uno stipendio…A Berlusconi che dice di aver abbassato l’Irap si potrebbe esibire tabella dell’Irap e così via all’infinito. Tutto questo per andare contro Berlusconi? No, non c’è bisogno di essere anti Berlusconi per sapere, comunicare e informare, anche in presenza dei politici di primo piano e dei potenti al microfono o in studio. Dovrebbe far parte del “mansionario” sapere e informare.

Ma non si fa. Non si fa per un motivo che anche Luca Ricolfi conosce e che tutti conoscono, tranne forse il pubblico. Non si fa per “conflitto di interessi”. Al conduttore interessa l’audience la performance televisiva, in  questa missione il politico e il potente gli sono alleati, sono di fatto e di interesse collaboratori durante la puntata, l’appuntamento e lo show. Dunque non si mette a disagio chi lavora con te alla riuscita della missione. Missione che non è informare ma fare audience e “rumore”, quindi la balla, la bugia, la sparata, la battuta, il teatro sono ospiti d’onore da accudire e non ingombro da spazzare.

E questo è il primo motivo. Il secondo è purtroppo che il conduttore-giornalista-intervistatore non sa. Non sa nulla tranne la sequenza delle “dichiarazioni” di oggi e fino a ieri non di più dei suoi interlocutori politici. Non sa e ritiene perfino che far dichiarare sia la sua professione e far dichiarare senza metter bocca e nozione sia prova della sua imparzialità.

E infine il terzo elemento della risposta alla domanda iniziale posta da Ricolfi: perché in televisione possono tutti andar lì e sparare falsità, cose non vere senza che alcuno porti a conoscenza i fatti reali? Il terzo pezzo della risposta era in quella platea che l’altro giorno di fronte al Berlusconi che giocava al “quanto vieni” con la femmina di giornata, cosa faceva? Quella platea sorrideva, manifestava divertita complicità con Berlusconi che giocava in pubblico al puttaniere. Roba che neanche alla corte dei Luigi francesi, dove pure si puliva il sedere ai sovrani e si magnificava la loro cacca, ma sorridere a applaudire al peto, non questo la corte non lo faceva.

Ecco quindi le tre gambe della seggiola e del tavolino: interesse, ignoranza, complicità. Ecco perché, caro Ricolfi, di fronte a Berlusconi si va con le brache calate. Ripetiamolo: per comune interesse, consolidata ignoranza, incivile complicità. Somma i tre elementi a avrai un perimetro che abbraccia buona parte delle professioni, della società detta civile e dei comuni cittadini.