ROMA – I talk-show di cronaca, gli show di chiacchiere televisive intorno, sopra e sotto i delitti, i fatti di sangue ricucinati e rimestati in tv…quando ci metti l’occhio sopra e quando li annusi forti sono i sentori e le sensazioni che siano assemblati con materiale di riporto e di sentina. Ma, come sempre, la realtà supera l’immaginazione: non è solo materiale di scarto, talvolta c’è a impastare il talk show di cronaca vero e proprio letame.
Letame, non altrimenti può essere definita la pratica di comprare a suon di euro i “protagonisti della cronaca e del dramma”. Comprarli per far loro dire quel che meglio di volta in volta serve alla sceneggiatura immaginata, inventata in regia, in studio, negli uffici che guardano all’audience.
Letame che i responsabili di uno o più “approfondimenti di cronaca” si applichino in questo comprare manichini umani per applicarci sopra emozioni finte. Ovviamente, per valere la tariffa, i manichini umani devono avere un parete, un congiunto ammazzato o sparito. Altrimenti sul mercato valgono poco o nulla. Se solo intimi della vittima un gettone di presenza. Se parenti…
Letame che parenti di una vittima si vendano: 3.500 euro a intervista (intervista ovviamente per dire quel che il regista o il conduttore ha stabilito faccia ascolto e gioco), 2.000 euro a comparsata in studio. E’ stata la tariffa che Mediaset ha corrisposto alla sorella e alla madre di Veronica Panarello. Perché ci fossero, fossero innocentiste a comando, anzi a tariffa. Ma potevano anche essere colpevoliste, dipendeva da quanto e come doveva durare il gioco del talk-show, della puntata in onda che annuncia la prossima puntata…
Schifo che tutto questo avvenga letteralmente sul corpo di un povero bambino di otto anni forse ucciso dalla madre. Di certo gettato in una discarica da morto e anche da dopo morto. La discarica, il pozzo nero dove grufolano i cacciatori di audience, i compratori di “protagonisti del dramma”, le famiglie che come quella Panarello si auto congratulano perché “è come se ci pagassero uno stipendio”. Dicono nel paese dove Loris Stival è stato ucciso che Francesco, il padre di Veronica, si sia messo in tasca singola i soldi di una colletta per la famiglia colpita dal dramma. Forse è una malignità e forse no, comunque è ottima materia per farci sopra una puntata. Per lo schifo in tv c’è sempre posto.
Lo schifo in tv piace a milioni di telespettatori? Con lo schifo in tv si fanno fulgide carriere da conduttori e ci si guadagna un sacco di soldi? Quelli pagati per andare in tv esistono e non solo nei teatrini Mediaset? Certo, vero. Ma sempre schifo è. E quando si intesse e si cuce e si intreccia e si impasta il proprio schifo su un bambino di otto anni ammazzato, allora non è più neanche schifo. E’ letame, letame e talk show di cronaca che intimamente si fondono e si riconoscono l’un l’altro come fatti della stessa natura.