Terremoto due volte maledetto, fa strage di operai e di lavoro

di Lucio Fero
Pubblicato il 29 Maggio 2012 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA

Lapresse

ROMA – Concretissime vite umane spezzate, nomi e cognomi che d’ora in poi vivranno immobili solo su una lapide e anche qualcosa di fortemente simbolico nella strage degli operai fatta per mano del terremoto. Strage di operai perché operai sono la gran parte dei morti del 20 maggio e poi del 29. Strage di operai perché sono morti al lavoro, sotto le macerie dei loro capannoni. Strage di operai che simbolicamente annuncia strage di lavoro. Devastante è il costo umano di questo terremoto in Emilia e nell’Italia del Nord, pesantissimo sarà il conto economico, non solo per chi ha subito le scosse, la paura, i danni, i lutti. Sarà un conto salatissimo per tutto il sistema economico italiano. Qualcosa che costringerà il governo Monti a  rifare i suoi conti, i conti del paese, i conti di tutti.

Non solo le centinaia di milioni, forse il miliardo o due dei soccorsi prima e della ricostruzione poi, ricostruzione là dove è possibile e non sempre lo sarà. Questo è il bilancio, il costo di ogni terremoto e ogni governo ha in “portafoglio” fondi per situazioni simili purtroppo non rare in Italia. Sono soldi che in qualche misura ci sono e in qualche modo saranno trovati. Ma c’è molto di più, qualcosa che non c’era tanti anni fa in Irpinia che pure di morti ne vide duemila e più e neanche qualche anno fa a L’Aquila dove pure fu azzerata un’intera città. Stavolta il terremoto ha sterminato capannoni industriali, aziende, imprese come mai era accaduto in Italia. Un paese, un solo paese può fungere da parabola di questo terremoto: Mirandola, 150 aziende, 800 milioni di fatturato annuo, cinquemila addetti. Tutti numeri oggi azzerati o quasi. E come a Mirandola, il terremoto ha avuto epicentro sociale ed economico dove aziende e lavoro hanno tra le maggiori densità nazionali.

E’ un bruttissimo colpo per un paese già in recessione: non solo ci vorranno soldi per assistere, aiutare, risarcire. Vuol dire che si smette di produrre ricchezza in uno dei luoghi d’Italia dove ancora ricchezza si produceva. Vuol dire che i conti del Pil, già brutti per il 2012, diventeranno peggiori. Significa che Mario Monti e Corrado Passera dovranno rifare i conti, i conti anche di quanto immettere nell’economia per la “ripresa”. Lo stavano facendo in queste ore, in settimana sono attesi i decreti-sviluppo. Non è escluso che andranno responsabilmente limati perché i conti del paese sono cambiati. Dovrebbero capirlo anche i partiti politici, quelli che sostengono il governo ma che dal governo ogni giorno si dissociano e quelli che fanno oppisizione, ogni tipo di opposizione, da Storace a Grillo passando per Maroni e Vendola. Dovrebbe capirlo anche la pubblica opinione: il costo, l’impatto di questo terremoto sull’economia sarà tosto, più tosto di altri eventi sismici. Ma saranno in moltissimi a far finta di non capirlo: terremoto due volte maledetto, ha fatto strage di operai, fa strage di lavoro.