“Presidente Berlusconi è la brasiliana Conceicao, chiama per Ruby…”

Ruby (LaPresse)
Ruby (LaPresse)

ROMA – Disse una volta uno che di vizi e virtù delle notizie e della pubblica opinione se ne intendeva: non c’è nulla di più inedito del già pubblicato. Ed eccola qui la notizia inedita già abbondantemente pubblicata: ad avvertire Silvio Berlusconi quella sera che Ruby era trattenuta in Questura a Milano, a chiamare il capo del governo italiano in missione all’estero su un telefonino il cui numero era ignoto a gran parte dello stesso staff del premier, a comporre quel privatissimo numero fu una prostituta brasiliana. Michelle Conceicao che quel numero privatissimo di “Berluscone” l’aveva nella sua agenda.

Nessuno ha mai smentito questa notizia già abbondantemente pubblicata. Nessuno si è mai neanche preso la briga di farlo. eppure la notizia resta inedita per l’intero gruppo dirigente del Pdl. La Santanché, Cicchitto, Nitto Palma e via risalendo e discendendo nelle gerarchie, nel corpo e nell’anima del Pdl. Tutto il Pdl parla indignato e scosso di “processo e richiesta di condanna mossi solo dal pregiudizio”. Oppure di “evidente volontà politica di eliminare Berlusconi per via giudiziaria”. Oppure di attentato alla volontà popolare dei milioni di elettori di Berlusconi. Oppure di “ostilità anzi odio”. Comunque di “teoremi accusatori senza fondamento”.

Allora, per tenere insieme la mai smentita notizia e la certezza del Pdl che il processo stesso sia tutta una montatura, allora deve essere andata così, più o meno così. Ruby è una vagabonda senza un euro sbarcata a Milano in una sorta di o la va o la spacca della sua vita: “alla peggio finisco in comunità”. Per caso, solo per caso, Ruby finisce a cena a casa del capo del governo italiano. Chi ce la porta non si sa, Lele Mora ed Emilio Fede entrambi non ricordano di essere stati loro. Come che sia, finisce alla tavola del premier. E lì racconta della sua povera vita e commuove i commensali: “molti” quasi in lacrime.

Poi Ruby torna alla sua vita, piena di difficoltà. E di rapporti con Berlusconi ne conserva solo uno che è troppo definire amicizia, diciamo per dirla con Berlusconi stesso che Ruby è un capitolo degli “atti di bontà” del Berlusconi privato. Atti di bontà è definizione e formula made in Berlusconi. Un giorno, anzi una sera Ruby finisce in Questura, fermata dopo una confusa storia di furti e litigi con ragazze non proprio di specchiata moralità.

La cosa si viene rapidamente a sapere, la voce si sparge tra le amiche o conoscenti di Ruby e una di queste che, per caso solo per caso, fa la prostituta che fa? Si preoccupa, si attiva, si ingegna. Le viene in mente quel che verrebbe in mente a chiunque: telefono al capo del governo per dare una mano alla mia amica che, per caso, solo per caso, è una comune amica. Amica comune del capo del governo e di Michelle Conceicao. A quale premier, a quale imprenditore, a quale uomo di mondo non capita di avere conoscenze e amicizie tipo la brasiliana Michelle? E come non vedere che la prima, ovvia istintiva reazione di chiunque sapendo che un’amica è in Questura è telefonare al capo del governo? Lo fanno tutti.

O meglio lo fanno quelli, meglio quelle, che dispongono, hanno in agenda il numero privato, anzi privatissimo del capo del governo italiano. Lo fanno quelle che hanno la certezza che quel numero risponderà. Una condizione, come ognun vede, comune a tutti i cittadini, in particolar modo alle cittadine.

Solo un pregiudizio condito con odio e cucinato al fuoco della manovra politica può far dubitare della totale linearità delle circostanze: una prostituta brasiliana ha in agenda il privatissimo numero del premier, quindi lo chiama all’occorenza, quindi lo informa che una comune amica o conoscente è trattenuta in Questura. solo la faziosità può non vedere che questo è quel che accade a chiunque ogni giorno.

E solo l’odio politico può indurre a domandarsi perché una Michelle Conceicao dovesse muoversi per la nipote di Mubarak. Ma forse già quella sera Michelle Conceicao brasiliana doveva sapere che Ruby non era nipote e neanche egiziana. Berlusconi invece giura e rigiura che quella sera lui era sicuro che fosse la nipote del leader egiziano. Solo per questo chiamò la Questura. Ma prima non risultò strano, inconsueto, incongruo che una prostituta brasiliana si mobilitasse per la nipote di Mubarak? Chiamava Michelle, non il consolato egiziano. Ma a Berlusconi apparve ovvio e normale che così fosse.

E solo l’odio politico può indurre a pensare che quella della Conceicao fu una telefonata di avvertimento. E che l’avvertito trovò naturale essere chiamato perché sapeva bene che c’era materia eccome per avvertirlo. Per pensare così ci vuole “pregiudizio”. Che cosa ci vuole allora per pensare sia ovvio, normale, pacifico, innocuo e innocente che una Michelle Conceicao chiami al privatissimo numero del capo del governo italiano per dirgli: muoviti che Ruby è in Questura? Pregiudizio no, quello secondo il Pdl ce l’hanno gli “assassini giudiziari di democrazia”. Facciamo allora faccia tosta? Sì, ma è un po’ poco. Facciamo allora faccia tosta, coscienza ultra resistenze al candeggio e soprattutto rispetto di se stessi, della propria dignità azzerato. Ecco, è questa la miscela, quel che si vede alla luce di una inedita notizia già abbondantemente pubblicata.

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