Monopattini caos, 6 morti in 8 mesi. Urge legge, Parlamento inerte per un pugno di voti ma nessuno pensa ai pedoni

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 5 Settembre 2021 - 07:57 OLTRE 6 MESI FA
Monopattini caos, 6 morti in 8 mesi. Urge legge, Parlamento inerte per un pugno di voti, nessuno pensa ai pedoni

Monopattini caos, 6 morti in 8 mesi. Urge legge, Parlamento inerte per un pugno di voti, nessuno pensa ai pedoni

 Monopattini caos. Tutti contro tutti. Il più significativo lascito del Governo Conte I, i monopattini, continua a fare danni, ben più di quelli attribuiti e in parte effettivi al reddito di cittadinanza.

Ma il problema non sono solo i morti e feriti.

C’è anche è il disagio e la confusione che poche migliaia di incoscienti recano alla vita di 60 milioni di italiani.

Forse non sono state necessarie tangenti e mazzette per favorire il dilagare in Regioni o Comuni dove la conclusione di banali pratiche comporta mesi e anni.  (Se addirittura il bando non viene revocato, dopo un anno, perché si sono accorti di avere sbagliato.Come è accaduto nel Lazio dell’ineffabile Nicola Zingaretti).

Basta, nell’Italia di oggi, lo stupido e probabilmente inutile inseguimento da parte dei politici di quei pochi voti di minoranze rumorose quanto prepotenti come i ciclisti o i pseudo ambientalisti.

Ne consegue il massimo di confusione. Divieti si, divieti no. Il settore dei monopattini è senza regole. “Sembra il Far West“ ammette il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. E aggiunge: ”Bisogna intervenire a livello nazionale o si rischia il fai da te”.

Una parola. Le città sono impreparate, il Parlamento è in ferie, le procure aprono inchieste, i servizi di sharing le chiudono. Le polemiche divampano. Ognuno ha la sua ricetta. Sparate anche cervellotiche. Siamo al bla-bla incontinente.  Intanto si muore.

Sei morti in otto mesi. Cadute dai monopattini e scontri fatali con auto e camion. Una giovane mamma è finita sotto un Tir, un tredicenne è scivolato sulla pista ciclabile.

Otto vittime da gennaio 2021, 543 incidenti censiti di cui 123 gravi con 11 ricoveri in rianimazione. Il prezzo versato alla mobilità sostenibile, alla passione, è allarmante. Le tavolette veloci, a batteria, poco costose,  a posto con la coscienza ecologica, non sono ancora così numerose da  “insidiare neppure da lontano il primato del tributo di sangue che ogni anno esigono moto e auto“ (copyright dell’esperto Guido Bandera ).

Epperò il bollettino dei feriti gravi (soprattutto nelle metropoli) cresce costantemente. Sembra inarrestabile. A Milano sfrecciano 6.000 monopattini. La città è stata fra le prime ad aprire alle società di “sharing “ (condivisione, partecipazione, noleggio libero dei monopattini ) ed ora reclama a gran voce una regolamentazione.

Ma la Politica non fa niente.  Si, c’è una proposta di legge (Roberto Rosso) e molti gruppi – IV, M5S, Pd ed altri –  hanno annunciato di voler depositare dei testi alla Commissione presieduta dalla leghista Elena Maccanti. Ma le audizioni vanno a rilento, hanno un ritmo danubiano. Poi seguirà la discussione dei testi. Campa cavallo.

Le regole ci sono già, non una legge nazionale che le inquadri. Le ricorda Raffaella Patia, 47 anni, esponente di punta di Italia Viva,  presidente della Commissione Trasporti della Camera. Eccole. “Frecce ai monopattini, divieto di andare contromano e sui marciapiedi, divieto di circolazione in zone vietate al traffico, divieto di parcheggio senza regole come ci hanno chiesto le Associazioni dei disabili“.

E poi obbligo del casco sotto i 18 anni, obbligo di giubbotto riflettente in caso di scarsa visibilità, una sola persona sulla tavoletta, obbligo di campanello e di marcatura CE, batteria nel tubo obliquo o nel pianale, freno posteriore a disco o a pressione, obbligo delle luci anteriori e posteriori dopo il tramonto.

E la potenza? Ci sono monopattini che sfiorano addirittura i 100 km all’ora. E qui bisogna essere severi. Si parla di 500 watt di potenza elettrica e di limiti di velocità: 25 km/h in strada e 6 km/h nelle aree pedonali. La sicurezza innanzi tutto.

Ma non basta. Perché se uno si vuol fare del male è libero di farlo. Ma a patto che  la sua libertà non interferisca e danneggi i diritti degli altri alla salute, alla quiete, alla libera circolazione. Questo vale per il vaccino anti covid. Deve valere anche per i monopattini (e le biciclette).

Se una persona, giovane o anziana, cammina sul marciapiede, non può rischiare la morte perché un pazzo o due pazzi incoscienti su un monopattino trasformano quello spazio riservato ai pedoni in una appendice della pista di Monza.