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Natale col covid, non è Berlino del ’63. Ma senza abbracci e in solitudine mette a rischio la nostra salute mentale

Natale 2020, l’anno del covid. Parto da lontano ma faccio presto. Il 17 dicembre 1963 i berlinesi della zona Ovest furono autorizzati a varcare il Muro per andare a trascorrere il Natale coi parenti rimasti all’Est.

Fu il regalo-capolavoro dell’allora borgomastro Willy Brandt (1913-1992 ), uno che di sofferenza degli affetti ne sapeva qualcosa.

Era figlio di una commessa, ragazza madre. Papà non l’ha mai conosciuto. È cresciuto con il nonno camionista che gli ha insegnato i valori della socialdemocrazia, il rispetto del prossimo e dei sentimenti. Fattori che hanno caratterizzato il suo Cancellierato (1969-1974 ) e che gli sono valsi il Nobel per la pace nel 1971.

L’ACCORDO DEI LASCIAPASSARE DI NATALE

Lo chiamarono così quel permesso. E 700mila berlinesi dell’Ovest si sono fiondati ai varchi per l’Est. Ai checkpoint arrivava gente ebbra di felicità, carica di doni. Persino di alberelli natalizi, come ricordano le foto d’epoca.
Per carità, quei giorni berlinesi sono diversi dai nostri; giorni in cui abbiamo riconosciuto che ansia e perdita di identità sono sintomi diffusi nella popolazione. Tra i più fragili, che sono i vecchi. Ma anche tra i giovani e giovanissimi, come dicono psichiatri e psicologi in queste ore.

SENZA CONTATTI A NATALE, A RISCHIO LA SANITÀ MENTALE

L’ha detto in una recente intervista il professore Alberto Siracusano, direttore U.O.C. Psichiatria e Psicologia Clinica ( Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma ). “ Il Covid è stato come una bomba nucleare le cui radiazioni hanno colpito le persone in modo diverso. Chi era più vicino è stato colpito subito e direttamente dalla malattia; chi invece era più lontano oggi presenta  gli effetti di questa radiazioni. Questo Covid, insomma,  mette in luce la fragilità di una società che porta in sé crisi di valori e degli affetti profondi e radicati”. E poi: ”In certe categorie, quando i contatti diminuiscono, la salute mentale è messa duramente a rischio “.

SENTIRE CALORE E DONARLO

Queste festività blindate ci fanno riflettere sul valore dei rapporti umani. La sofferenza della lontananza ci aiuta a capire quanto siano pericolosi  certi “ divieti di Natale”. Perché confliggono  con la profondità dei sentimenti e delle tradizioni religiose.
Dobbiamo – tutti – di cercare e trovare un modo per sentire  e donare calore. Oltretutto ci aiuta ad essere migliori.

 

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