Covid-19 in Lombardia, Regione inefficiente: dovete usare British Telecom, è la privacy. Bt smentisce

di Pino Nicotri
Pubblicato il 5 Agosto 2020 - 11:12| Aggiornato il 8 Agosto 2020 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, bollettino del 24 ottobre: in Lombardia 4.956 positivi e 51 morti

Coronavirus, bollettino del 24 ottobre: in Lombardia 4.956 positivi e 51 morti (Foto Ansa)

Covid-19 in Lombardia, le incredibili inefficienze della Regione in fatto di sanità, medici generici, sistema informatico e prevenzione.

Covid in Lombardia, dal 24 luglio sul portale  Covid della Regione Lombardia è apparso un questionario obbligatorio per l’emergenza caldo. Senza peraltro specificare a quali temperature inizia l’emergenza. Con le domande che tutti i medici di medicina generale (MMG), cioè non ospedalieri, devono rivolgere ai propri pazienti ritenuti “fragili”.

Le domande sono:
– Rimane in città per tutto il periodo estivo?
– Abita da solo?
– In caso di difficoltà, può contare sull’aiuto di qualche parente, amico o altro?
– Ha una badante/supporto alle normali attività per almeno due ore al giorno?
– Riceve qualche forma di aiuto dai servizi del Comune (per esempio pasti a domicilio, assistenza domiciliare, ecc.)?
-A che piano abita?
– La sua casa/condominio ha un ascensore?
– La sua abitazione è sufficientemente arieggiata nei periodi caldi?
– Ha un condizionatore/climatizzatore?
– Il condizionatore/climatizzatore lo ha solo in camera da letto?
– Quanti litri o bicchieri d’acqua beve in genere durante il giorno?
– Beve acqua dal rubinetto o beve solo acqua in bottiglia?
– Ha problemi a rifornirsi d’acqua?

Riguardo il questionario, molti medici non ospedalieri hanno delle perplessità. In particolare:
– perché debbano fare loro questo tipo di interviste, sottraendo tempo a quello da dedicare ai propri pazienti, quando ci sono ancora molti impiegati in smart working a stipendio pieno. Come testimonia il fatto che ci sono solo quattro Aziende Sanitarie Locali (ASL) aperte. Alle quali peraltro si può accedere solo per appuntamento.
– A che serve la domanda sul condizionatore dal momento che la Regione non ne porta certo uno a chi non ce l’ha.
– A che serve la domanda sull’eventuale uso di acqua minerale e annessi eventuali problemi di rifornimento. Cosa c’entra con il Covid? Soprattutto a Milano dove il Comune si vanta di avere reso la qualità dell’acqua potabile che esce dai rubinetti non inferiore a quella delle acque minerali. 

Il perché delle perplessità lo spiegano senza peli sulla lingua vari medici:
“Sono domande che legittimano il sospetto che si tratti in realtà di dati che poi vengono in qualche modo utilizzati da aziende private. Interessate a vendere i condizionatori e l’acqua minerale”.

Ma i medici di medicina generale di Milano sono preoccupati anche per altre faccende:
1) – si parla di commercializzare a breve un test rapido basato sulla saliva per un primo screening dei pazienti che potrebbe essere fatto dai medici generici, ma non si sa se e come la Regione Lombardia se ne stia interessando.
2) – La Regione Lazio ha già fatto la gara per l’acquisto dei vaccini antinfluenzali, abbassando per quest’anno l’età dagli over 65 agli over 60. Ma la Regione Lombardia invece tace.
3) – L’accorpamento delle varie Aziende Sanitarie Locali (ASL) in un’unica Azienda Territoriale Sanitaria (ATS) ha comportato la perdita del rapporto tra i medici della medicina generale e la struttura centrale. Spiega un gruppo di medici:

“In passato c’era il distretto con un coordinatore che conoscevamo di persona e del quale avevamo il numero di telefono. Ci si poteva rivolgere a lui per ogni problema o richiesta di chiarimenti. Inoltre ogni servizio sanitario aveva un referente che potevamo contattare per telefono o via mail. Oggi esistono solo tre caselle di posta elettronica alle quale scrivere senza avere un referente preciso, cioè un destinatario, e spesso non risponde nessuno. Una burocratizzazione paurosa, spersonalizzante e soprattutto inefficiente”.

4) Ad aggravare la situazione c’è il malfunzionamento del Sistema Informatico Socio Sanitario (SISS), sul quale si basa TUTTA la sanità lombarda: dalle prescrizioni dei medici di medicina generale a quelle degli ospedali, con annessi fascicoli elettronici, fino all’erogazione di farmaci nelle farmacie.

Molti medici di medicina generale spiegano:

“Le disfunzioni sono continue, come testimoniano le segnalazioni dei disservizi inviate alla apposita casella di posta elettronica. Il SISS è gestito da Lombardia Informatica, nota da tempo per la sua non meravigliosa efficienza. In realtà non ha mai funzionato specialmente per quanto riguarda il call center. Alcuni di noi hanno segnalato disservizi nella prima quindicina di luglio e a tutt’oggi non hanno ricevuto risposta”.

Il tutto si è aggravato con la gara per scegliere il provider, vinta da British Telecom. Che secondo i medici da noi consultati

“ è forse il peggiore dei gestori esistenti oggi sul mercato. Connessione lentissima e impossibilità di contattarli quando la connessione si interrompe, cosa che capita spesso, o il router va in palla, costringendoci a cambiarlo. Tra di noi c’è chi ha dovuto cambiarne dieci. Dobbiamo segnalare il problema rivolgendoci al SISS, che a sua volta inoltra il reclamo a British Telecom con tempi di attesa di risoluzione del problema piuttosto epocali.
Tutto ciò crea enormi problemi alle farmacia che devono erogare i medicinali e a noi per rilasciare i certificati di malattia, idem per gli ospedali”.

Poiché non esiste una norma che obblighi il medico ad avere come gestore British Telecom molti medici hanno chiesto di potersi collegare a proprie spese per esempio alla fibra di Fastweb. Niente da fare:

“Il SISS si rifiuta di aprirci le porte di Internet adducendo questioni di privacy. Roba da matti!”.   

Ciliegina sulla torta: è strano che nella orgogliosa “Milano capitale europea” e nella Lombardia “regione più bella del mondo”, come l’ha definita a petto in fuori il governatore Attilio Fontana nel suo più recente discorso in consiglio regionale, non ci si ponga il problema delle sale d’aspetto dei medici di medicina generale, detti anche di base o di famiglia.

D’inverno col freddo, temperatura a volte sotto zero, fa impressione vedere non di rado sui marciapiedi la fila di gente, il più delle volte anziani con qualche acciacco invernale, in attesa del proprio turno per entrare nella sala d’aspetto poco prudentemente strapiena.
E in periodo di Covid-19 fa impressione vedere la fila di gente in attesa sul marciapiedi perché nella sala d’aspetto del loro medico, già striminzita di suo, possono starci solo pochissime persone. I passanti girano alla larga da tali file come se fossero se non appestati almeno probabili fonti di diffusione del coronavirus…

La smentita di British Telecom.

In merito all’articolo pubblichiamo la precisazione dell’azienda.

1) BT Italia gestisce a supporto dei soli medici lombardi che accedono al Sistema Informatico Socio Sanitario (SISS) più di 11.000 collegamenti/linee per l’accesso.

Nel periodo che intercorre dal 1/01/2019 al 31/07/2020 le richieste di intervento che si sono chiuse evidenziando un problema sul modem sono in linea con l’andamento medio degli interventi su reti di queste dimensioni e così capillari e con i Key Performance Indicator previsti dal contratto.

Va detto inoltre che meno di un terzo degli interventi hanno accertato un guasto del router, mentre negli altri casi è stato sufficiente resettarlo o riconfigurarlo.

BT, al fine di minimizzare i possibili disservizi, ha comunque fornito a ciascun medico una chiavetta UMTS che consente allo stesso di poter accedere a tutti i servizi SISS dal proprio personal computer qualora si verifichino problemi sulla linea o sul router.

2) In merito a “disfunzioni continue” o meglio ripetitive, vale a dire che necessitano di più interventi presso il medesimo utente, il dato riferito ai router segnala che meno dell’1% dei medici lombardi ha visto più di un intervento dei nostri tecnici per risolvere il problema. Va detto che spesso in questi casi le cause di un collegamento poco performante sono imputabili a una non uniforme copertura di rete del territorio nazionale. Siamo quindi consapevoli delle difficoltà di una minima parte dell’utenza, che per questa ragione abbiamo posto sotto costante monitoraggio al fine di individuare, nelle aree in questione, possibili upgrade strutturali. 

3) Da ultimo ricordiamo che BT è uno principali player di telecomunicazioni a livello globale in grado di offrire servizi di comunicazione in oltre 180 paesi. Nel corso dell’ultimo fiscal year ha fatto registrare ricavi di poco inferiori ai 23 miliardi di sterline. Negli ultimi 5 anni ha investito più di 2,5 miliardi di sterline in Ricerca & Sviluppo e conta oltre 4.900 brevetti nel proprio portfolio prodotti. Mantiene collaborazioni con oltre 40 università e conta oltre 150 alleanze strategiche con i principali operatori dell’ICT.