Covid-19, Trump accusa la Cina, ma le bugie Usa del passato ne minano la credibilità

di Pino Nicotri
Pubblicato il 7 Maggio 2020 - 06:56 OLTRE 6 MESI FA
Covid-19, Trump accusa la Cina, ma le bugie Usa del passato pesano

Covid-19, Trump accusa la Cina, ma le bugie Usa del passato pesano (Foto archivio ANSA)

La trovata di Donald Trump è fenomenale. Neppure Pierino sarebbe stato capace di tanto… 

Riassumendo, il presidente degli USA – ripeto: IL PRESIDENTE DEGLI USA, non il barista vicino casa nostra – in buona sostanza ha detto

“Il virus di questa disastrosa pandemia è stato prodotto nel laboratorio cinese di Wuhan. Ho visto le prove. Che i cinesi hanno distrutto”.

Con questo criterio chiunque potrebbe accusare chiunque, compresi Trump e gli Usa, di qualunque delitto.

Anche della creazione e diffusione del virus in questione, come peraltro sostengono alcuni complottisti.

Però evitandosi il fastidio di dover esibire le prove a sostegno dell’accuse dal momento che gli autori dei delitti “le hanno distrutte”.  Ma proseguiamo.

La prima obiezione che viene in mente è: come ha fatto Trump a vedere le prove se i cinesi le hanno distrutte?

La seconda obiezioni è: bene, i cinesi le prove le hanno distrutte Ma non possono certo avere distrutto anche i documenti che Trump ha letto e che li accusano.

La terza obiezione è ovvia: perciò che sia Trump a esibire al mondo queste benedette o stramaledette prove.

Tant’è vero che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (l’OMS cui Trump vuole tagliare le gambe. Riducendo o eliminandone i finanziamenti) ha appunto dichiarato che “se gli USA hanno le prove le condividano”.

A dire il vero c’è da aggiungere un’altra obiezione. Vale a dire che il mondo scientifico smentisce la gravissima e per molti versi irresponsabile affermazione del presidente USA.

E la smentisce perfino l’infettivologo membro della task force della Casa Bianca  Anthony Fauci, che non a caso  Trump vuole zittire.

E anche, addirittura, lo stesso mondo dell’”intelligence”, cioè dello spionaggio, USA. 

La frittata fatta da Trump è tale da avere mandato nel pallone anche il suo fido Segretario di Stato, il “falco” Mike Pompeo.

Fresco reduce dall’avere dichiarato che i cinesi hanno sparso il virus. E poi “hanno fatto di tutto per nasconderlo, è disinformazione comunista”, intervistato in tv è riuscito a dire una cosa.

E cioè che appunto il virus è stato fabbricato a Huan, e il suo contrario, e cioè che il virus non è stato creato a Wuhan. 

Se fossimo su “Scherzi a parte”, “Il Grande Fratello” o “L’isola dei famosi” ci sarebbe da ridere. Ma per quanto possa apparire incredibile siamo alla Casa Bianca e in Segreteria di Stato USA….

Chiaro come il sole che le contorsioni di Trump mirano a colpire la Cina almeno per quanto riguarda i quattrini che gli USA le devono man mano pagare. Anche come interessi per avere comprato e di fatto detenere una fettona del debito pubblico a stelle e strisce. Interessi che Trump vuole eliminare.

Un altro lato comico è che ad addebitare alla Cina (anche) un ritardo nel fornire informazioni all’inizio del disastro a Wuhan, pretendendo il pagamento dei danni, sono quegli Stati, come gli USA e l’Inghilterra. Che una volta avute le informazioni hanno traccheggiato a lungo e più di tutti prima di decidere cosa fare, con enorme danno per i propri cittadini.

In parallelo con la Regione Lombardia, cioè dalla Lega, che di tempo ne ha perso tanto.

Talmente tanto da rischiare di essere lei a finire in tribunale accusata da medici, personale sanitario vario, semplici cittadini e magari anche Regioni italiane e qualche Stato europeo. 

Ma c’è un’ultima obiezione da fare. Di fatto la più robusta, storicamente basata si fatti veri e incontrovertibili.

L’obiezione è: come si fa a credere sulla fiducia alle accuse non dimostrate a quegli stessi Usa che nel corso della Storia si sono inventati:

1) – l’attentato navale di Cuba, il 15 febbraio 1898, usato come scusa per far guerra alla Spagna e portarle via qualche colonia, compresa Cuba. 

2) – L’incidente del golfo Tonchino” il 2 agosto 1964  per poter iniziare i quattro anni di bombardamenti del Vietnam del Nord, nella guerra del Vietnam.

Che dal suo inizio nel 1961 fino alla sua conclusione con la sconfitta USA nel 1971 ha provocato qualche milione di morti oltre alla marea di feriti e mutilati.  

Con danni ancora oggi persistenti a livello ecologico e della salute umana provocati dagli effetti prolungati delle migliaia di tonnellate di sostanze chimiche defolianti.

Con in testa alla classifica l’“agente arancio”.

Con tali sostanze, gli Usa nei dieci anni totali di guerra vietnamita, dal 1961 al 1971, hanno bombardato e irrorato in lungo e in largo il Vietnam e le sue foreste.

In totale, il Vietnam nei quattro anni di bombardamenti aerei è stato martoriato dagli Usa che vi hanno scaricato una quantità di esplosivo addirittura superiore alle 860.000 tonnellate sganciate sulla Germania durante la seconda guerra mondiale.

3) – “Le bombe atomiche e le altre armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein.

Panzana mega galattica sparata nel 2003 per poter invadere l’Iraq, dove tuttora gli Usa hanno una enorme presenza militare. 

4) – E tralasciamo l’uccisione tramite droni in territorio iracheno il 3 gennaio di quest’anno del generale iraniano Qasem Soleimani. Con motivazioni che non hanno trovato nessun riscontro. 

Che il nostro ministro della Difesa Lorenzo Guerini si allinei dichiarando “Ue e Nato i nostri pilastri, serve trasparenza sull’origine del virus” è comprensibile.

La sua frase comunque non sposa la boutade di Trump.