Emanuela Orlandi, tombe vuote da 50 anni: Vaticano sapeva? Scherzi da prete…

di Pino Nicotri
Pubblicato il 11 Luglio 2019 - 17:08| Aggiornato il 31 Marzo 2020 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi, tombe vuote da 50 anni: Vaticano sapeva? Scherzi da prete...

Nella foto Ansa alcuni volantini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

Il mistero delle due tombe vuote del cimitero teutonico si spiega col fatto che si tratta di tombe adiacenti a un muro che a sua volta è a ridosso di un palazzo costruito nel 1965. In quell’occasione, per metterle in sicurezza ed evitare fossero danneggiate dai lavori delle fondamenta del palazzo le tombe sono state spostate, aperte richiuse. E le ossa sono state messe in un ossario che ora in Vaticano dovranno cercare quale sia, ammesso e molto difficilmente concesso che non sapessero già prima di oggi quale sia l’ossario e come stessero le cose in generale.

La tomba indicata da Pietro Orlandi e dal suo avvocato Laura Sgrò si trova inoltre sopra una stanza di cemento costruita nell’800 per avere accesso alla fogna che vi scorre sotto, accesso che oggi dovrebbe trovarsi nel palazzo continguo citato, quello costruito nel 1965. E questo spiega la “misteriosa” presenza di cemento nel pavimento delle tomba, presenza “misteriosa” che ha immediatamente dato fuoco a nuove polveri e fuochi d’artificio.

Dunque avevamo visto giusto quando abbiamo scritto: “Ma come fa Sgrò a escludere che quella tomba sia stata aperta per motivi legittimi? Per esempio per il trasferimento del contenuto per volere degli eredi o per motivi di manutenzione, riparazione, prevenzione sanitaria, ecc.”. 

I motivi infatti sono le riparazioni e annessi trasferimenti del contenuto, tutte operazioni legittime, dovute alla costruzione delle fondamenta del palazzo contiguo al muro sul quale poggiano i malcapitati angeli. Uno dei quali, poveretto, privo delle ali.

“Ma non era meglio se vi informavate ben bene prima onde evitare la sopresa di stamattina, che finché non viene chiarita presto  e con efficacia  somiglia un po’ troppo a un autogol fonte legittima di sospetti? E non era il caso di avvertire Pietro Orlandi, il suo avvocato e magari anche l’opinione pubblica, evitando così lo chock di questa mattina?”.

L’unica risposta stavolta è un sorriso, forse un po’ di compatimento, e uno sguardo che mi osserva con meraviglia. Una meraviglia che sembra voglia dire: “Possibile che non capisci?”.

Cos’è che dovrei capire e non capisco…. Beh, a furia di pensarci e ripensarci, forse ho capito. In Vaticano pur sapendo molto ma molto ma molto probabilmente – cioè ovviamente – come stavano le cose, vale a dire che le tombe erano vuote e che le ossa erano state traslate per i motivi suddetti, hanno voluto evitare di verificare l’interno delle tombe e fare ricerce d’archivio senza la presenza di professionisti di fiducia di Pietro Orlandi onde evitare l’accusa di avere maneggiato tombe e carte da soli.  E fatto chissà quale trucco o – trattandosi del Vaticano – miracolo per modicare le realtà.

Insomma, a ben vedere è successa la stessa cosa già vista con la famosa tomba di Enrico De Pedis nello scantinato di S. Apollinare. La vedova, signora Carla, avrebbe potuto traslare la salma del marito quando voleva, e anzi la Gendarmeria vaticana la sollecitava spesso e volentieri, ma lei si è sempre rifiutata di farlo senza che prima ci fossero i controlli della magistratura. Ora il Vaticano s’è rifiutato di aprire da solo quelle due tombe e di controllarne da solo i documenti per così dire catastali, preferendo farlo in modo non contestabile alla presenza di Pietro Orlandi e annessi professionisti e specialisti di fiducia. 

Ennesimo buco nell’acqua. Sempre più macabro. Nato probabilmente per opera del solito mitomane… In ogni caso, credere di poter mettere il Vaticano con le spalle al muro, quale che sia l’argomento, più che da presuntuosi è da veri illusi.