Berlusconi: italiani salvatemi. Napolitano: ecco chi sfascia. I due messaggi tv

di Riccardo Galli
Pubblicato il 5 Settembre 2013 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano con il presidente del Consiglio Silvio BerlusconiROMA – Grande spettacolo televisivo annunciato, possibile, forse solo in allestimento: spettacolo che forse vedremo davvero e forse, magari, non vedremo mai. Spettacolo in due puntate che neanche due finali di Champions tra due squadre italiane o due serate di Sanremo con Celentano e Benigni e neanche due puntate di Montalbano che arresta Don Matteo…Spettacolo di due messaggi televisivi alla nazione, agli italiani. Il primo di Silvio Berlusconi. Il secondo e conseguente di Giorgio Napolitano.

Silvio Berlusconi lo avrebbe già confezionato e addirittura registrato, pronto per essere mandato in onda sulle reti di casa, sulle reti Mediaset. Magari domenica o, forse più prudentemente, lunedì subito dopo la riunione della giunta per le elezioni del Senato, quella dove bolle la “pratica” della sua decadenza da senatore. Sarebbe un messaggio-matrioska. Nella prima e più grande bambolona il lancio della rinata Forza Italia, poi nella seconda bambola la denuncia di magistratura Democratica come associazione eversiva e, di bambola in bambola, alla fine l’annuncio della crisi di governo. Il tutto avvolto dalla scritta: italiani assolvetemi voi e salvatemi.

Ma se parte davvero questo messaggio e se davvero porta alla crisi di governo e se conduce ad una non soluzione della crisi, se la mossa e il messaggio di Berlusconi vogliono arrivare ad elezioni anticipate, allora quello del Cavaliere non sarà probabilmente l’unico messaggio. A quello dell’ex premier seguirebbe quello dall’attuale Presidente della Repubblica che, come scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera e come sostengono i bene informati, sarebbe pronto a dimettersi chiarendo di chi è la responsabilità politica della crisi in qui il Paese si troverebbe immerso. Insomma un chiaro: italiani vi dico chi sfascia, il governo e il paese. Con nomi e cognomi, anzi con nome e cognome.

“Napolitano è pronto a fare lui un video messaggio a reti unificate, per denunciare la responsabilità di chi ha aperto la crisi e dimettersi dal Quirinale, se non riuscisse a formare un altro governo”, hanno comunicato i suoi pontieri a Berlusconi secondo Verderami. Anche per questo il videomessaggio di Berlusconi registrato già ieri pomeriggio (4 settembre) sarebbe stato momentaneamente congelato in un cassetto. Registrato quasi di getto, visto l’estinguersi di tutte le reali o immaginarie strade che consentirebbero al Cavaliere di “salvarsi” dalla decadenza da senatore e dalla fine politica, e messo in stand-by non per un nuovo ripensamento di Berlusconi che un giorno promette la crisi e l’altro prevede tranquillità per l’esecutivo. Bloccato questa volta solo per tattica. Far cadere Enrico Letta prima che la giunta si pronunci sulla decadenza sarebbe troppo rischioso per l’ex premier: troppo evidente sarebbe la sua responsabilità di fronte al Paese. E allora meglio aspettare che la giunta lo condanni per poter gridare al popolo che è tutta colpa dei magistrati comunisti, delle toghe rosse, di una magistratura che mette in pericolo la democrazia e pretende di intervenire nella politica italiana.

E’ facile immaginare il contenuto del messaggio firmato Berlusconi, un nuovo atto d’accusa contro le toghe e la persecuzione giudiziaria e una chiamata alla lotta, politica, di tutti i suoi sostenitori in una nuova campagna elettorale. Campagna elettorale che il Cavaliere vorrebbe trasformare in un referendum su se stesso e in una prova di forza, ma campagna elettorale che il Colle non avrebbe nessuna intenzione di subire passivamente.

Sembra chiaro che, anche in caso di crisi, Napolitano proverebbe prima a verificare la possibilità di formare una nuova maggioranza, cosa che tra l’altro prevede la prassi costituzionale. Se questa ipotesi dovessi rivelarsi però non esistere, sarebbe pronto l’inquilino del Quirinale a dare le sue dimissioni. Come infatti forse pochi ricordano Napolitano accettò il secondo mandato sulla base della promessa, esplicita, che questo sarebbe servito alla formazione di una maggioranza e di un governo. Logico quindi che se queste condizioni dovessero venir meno, il Presidente ne trarrebbe le conseguenze. Quello che però più fa tremare Berlusconi e i suoi, o che comunque gli suggerisce prudenza, è che insieme alle dimissioni Giorgio Napolitano presenterebbe anche il conto ai responsabili della crisi politica. E lo farebbe indicando nomi e cognomi dei soggetti che, con le loro scelte, hanno deciso di porre fine all’esperienza del governo Letta e riportato il Paese, ancora alle prese con mille problemi e ancora lontano dall’uscire dalla recessione come i dati Ocse testimoniano, in una nuova campagna elettorale dall’esito incertissimo.

Dalla sponda Pdl la crisi, eventuale, viene dichiarata di responsabilità del Pd, reo di non voler aiutare l’alleato Berlusconi. Una lettura dei fatti e della situazione che ai più appare partigiana e che, riconoscono anche in casa Berlusconi, non sarebbe verosimilmente quella contenuta nel messaggio di Napolitano.

Scrive Verderami: “A un passo da un conflitto istituzionale senza precedenti, a un passo da un tornante politico epocale, nessuno sembra scommettere su un esito del confronto in giunta che scongiuri la crisi. Anche perché non c’è più una regia della vicenda, sfuggita di mano ai protagonisti coinvolti nella vertenza. Così le ultime offerte avanzate a Berlusconi sono parse irricevibili: come l’idea – circolata ieri – che il Cavaliere si dovrebbe dimettere prima della riunione della giunta, in modo da consentire al Colle di predisporre la grazia immediata, che però non cancellerebbe la pena dell’interdizione. In pratica il leader del Pdl dovrebbe abdicare, ottenendo in compenso la restituzione del passaporto…”. Cioè, come sintetizzano con una battuta alcune fonte autorevoli vicine al Cavaliere: “Al massimo gli dà un passaporto per scappare, niente di più”.