Tap, medicina (numero chiuso): bugie hanno ancora gambe corte

di Riccardo Galli
Pubblicato il 18 Ottobre 2018 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA
Tap, medicina (numero chiuso): bugie M5s hanno ancora gambe corte

Tap, medicina (numero chiuso): bugie hanno ancora gambe corte (nella foto, Alessandro Di Battista)

ROMA – Trans Adriatic Pipeline, meglio nota come Tap, e numero chiuso al dipartimento di medicina, ovvero due esempi quasi da manuale di come, nonostante tutto, le bugie abbiano ancora le gambe corte. Due esempi di come la realtà raccontata e creduta sia diversa dalla realtà ‘vera’, da quella fattuale dove le parole devono fare i conti con i fatti e dove non tutto è sempre possibile.

In un’epoca in cui superficialità e pressappochismo la fanno da padroni, e in cui è più vera la realtà raccontata da e sui social che quella reale, le bugie hanno ancora le gambe corte. Le fake news, le nostrane bufale cioè, almeno ogni tanto, alla prova dei fatti si rivelano per quello che sono: bugie belle e buone. Una rivelazione che coglie di sorpresa i troppo ingenui elettori che, una volta svelato l’inganno, tendono a rimanerci male fino a chiedere le dimissioni di chi quelle bugie ha partorito e venduto. Dimissioni che, ovviamente, saranno improbabili da vedere ed elettori che, altrettanto probabilmente, saranno presto pronti a credere al prossimo dispensatore di comode e rassicuranti fandonie. Tap, il contestato gasdotto che dovrebbe arrivare in Puglia, è senza dubbio l’esempio più lampante di come le bugie anche oggi ogni tanto presentino il conto.

“Lo cancelliamo in due settimane” prometteva urlando dal parco Alessandro Di Battista prima di partire per le Americhe. Promessa su cui i 5Stelle hanno costruito il loro consenso in Puglia e che faceva il paio con la chiusura, promessa, dell’Ilva. Le acciaierie di Taranto chiuse non sono e il tanto rivendicato piano targato Luigi Di Maio è sostanzialmente la copia di quanto fatto dal governo e dal ministro precedenti. Nel frattempo, sulla costa adriatica della Puglia, di settimane ne sono passate non due ma una trentina, e il gasdotto non solo è stato fermato dal governo pentastellato ma i lavori sono anzi pronti a ripartire. Questo perché si è scoperto che bloccare il progetto costerebbe una ventina di miliardi di euro di penali, rivelazione fatta niente meno che dalla ministra per il Sud Barbara Lezzi e che suona incredibilmente simile a quanto diceva, prima delle elezioni, chi provava a spiegare a Di Battista e soci che, d’accordo o meno, fermare un’opera ha un costo. E lavori in ripresa perché, oltretutto, il gas non arriva volando e l’infrastruttura in questione ha una sua utilità.

E’ vero, verissimo che si può migliorare qualsiasi progetto come è verosimile che il progetto Tap abbia delle criticità. Ma è falso, semplicemente, quello che hanno detto i 5Stelle in campagna elettorale: è falso che il Tap sia inutile come era falso dire che sarebbe bastata la volontà politica ad imporre lo stop.

E poi il numero chiuso abolito a Medicina all’insaputa dei ministri competenti che prima sono caduti dalle nuvole e poi hanno provato una mezza retromarcia trasformando l’eliminazione messa nera su bianco dal governo in un graduale abbandono del limite. Marcia indietro figlia delle gambe corte delle bugie che non possono stare al passo delle sparate di chi le partorisce. Il numero chiuso infatti, introdotto una ventina d’anni fa per volere dell’Ue, non può essere cancellato con un tratto di penna non per la notoria malafede di Bruxelles ma, molto più semplicemente, perché per accogliere e preparare qualche decina di migliaia di aspiranti in medici in più ogni anno servono aule, professori, corsi e, cosa più importante, perché per essere medico serve una specializzazione e non basta una laurea.

Tap e numero chiuso sono solo le ultime due bugie rimaste indietro a causa delle loro ‘gambine’ e per questo scoperte. L’elenco sarebbe però lunghissimo, dalla mitologica affermazione “abbiamo abolito la povertà” alle promesse di trovare decine di miliardi in 5 minuti per finanziare reddito di cittadinanza e flat tax, entrambe copyright del vice premier grillino Di Maio e un elenco che probabilmente si allungherà ancora nei prossimi mesi.