Trump 70 mln di voti, che non son 8 mln di baionette

di Riccardo Galli
Pubblicato il 9 Novembre 2020 - 10:12 OLTRE 6 MESI FA
Donald Trump 70 mln di voti, che non son 8 mln di baionette

Trump 70 mln di voti, che non son 8 mln di baionette (Foto da video Youtube)

Trump 70 milioni di voti, settanta milioni di americani che hanno votato per lui. Più di quanti non lo avessero fatto quattro anni fa.

Trump, 70 mln di voti sono una forza immensa, una presa immensa nell’elettorato. Qualcosa che impedisce di dire che gli Usa hanno ripudiato Trump: e c’è chi è pronto a combattere con le baionette.

CITTA’ CONTRO CAMPAGNA, OVUNQUE E SEMPRE

Città contro campagna e viceversa. Ovunque negli Usa man mano che si infittisce un centro abitato, lì cresce il voto contro Trump. Al contrario ovunque negli Usa uscire dalle città e entrare nella rete rurale e nelle mini town di centinaia o migliaia di abitanti significa trovare gran maggioranza di elettori pro Trump. I cittadini delle grandi città, anche al Sud, non votano a maggioranza Trump. Gli abitanti del vasto territorio fuori città, perfino in California, votano in maggioranza Trump.

Non può essere solo un umore. E’ la rappresentazione palese di un divaricarsi di culture e scelte di vita. E non è solo e sempre modernità e alta scolarizzazione contro tradizione e bassa scolarità. Non è solo questo. E’ una forza profonda quella di Trump e del trumpismo. Una forza che va rispettata, non fosse altro che per la sua imponenza. Imponenza che non diminuirà quando Trump sarà fatto sloggiare, più o meno a forza, dalla Casa Bianca.

Una forza imponente, quella che porta ad accettare, anzi a sostenere un atto grottescamente eversivo quale quello di proclamarsi vincitore a dispetto del voto, quale quello di non riconoscere l’esito del voto, quale quello di denunciare come broglio e solo broglio la vittoria altrui. Se più grottesco che eversivo o viceversa, si vedrà.

70 MLN E BAIONETTE, MEZZA AMERICA E’ ANCORA TRUMP

Mezza America è ancora Trump, i 70 mln di voti per lui stanno lì a testimoniarlo. Una montagna di voti da rispettare, un trumpismo profondo tutt’altro che svanito. Detto questo, attestato che, come dice da noi la Meloni, il populismo di destra è tutt’altro che in rianimazione, va con lo stesso metro detto che se 70 milioni di voti sono una montagna, 74 milioni di voti sono un Everest.

Il populismo di destra non è morto ma la reazione alle sue vette e frane è stata più alta. Biden ha raccolto 74 milioni di voti. Molti di questi voti erano per farla finita con Trump. Farla finita secondo molti di quei 74 milioni con la vergogna di avere come presidente un Donald Trump. 

I settanta milioni di voti per Trump non sono cartapesta e latta come gli otto milioni di baionette di Mussolini. Sono sostanza, sangue e materia viva della società americana. Ma più viva e più numerosa è l’altra America, quella oggi di Biden. Trump ha alzato un enorme muro votivo alla cultura e pensiero della destra estrema e populista, ha impastato alla grande nazionalismo, isolazionismo, razzismo, individualismo, ortodossia e fanatismo religioso, rifiuto dello Sato centrale e ideologia della terra e del sangue (e del fucile) e del dollaro. Nessuno come Trump nella storia americana.

Trump che ha potuto dire: “Potrei scendere nelle Quinta Strada e sparare, non perderei in voto”. Ed è stato vero, di voti ne ha guadagnati. Trump che ha potuto dire: i medici ci fanno i soldi con il coronavirus. E non ha perso un voto. 

Ha perso solo l’America. Due volte, prima governandola e poi alle elezioni. Chi rispetta  e vede la forza di Trump deve con lo stesso metro rispettare e vedere il radicamento, la profondità e l’estensione e la mobilitazione e l’anima e il sangue e le lacrime e la potenza e la dignità del grande paese di 74 milioni di voti che hanno detto: Trump vattene.

Trump e il trumpismo restano forti, fortissimi. Dicono il vero e si consolano le Meloni del pianeta. Ma questa constatazione ha spesso qualcosa di per così dire…peloso. Trump è popolo si dice ad attestare una quasi sacralità del fenomeno della destra populista. Certo, Trump è popolo ma c’è stato e c’è più popolo dall’altra parte. Anche l’opporsi alla destra populista è popolo, e per di più di maggioranza. Popolo, non elites. 

Infine, questa ammirazione indiscriminata del “forte”. Se sei forti meriti rispetto e spesso si dice rispetto ma si intende soggezione. Forte? C’ è forte e forte. Un forte mal di testa e un forte appetito non fanno lo stesso effetto e non meritano lo stesso…rispetto.