Virginia Raggi a rischio inchiesta, Beppe Grillo si scopre garantista, Turani: è M5s che è illegale

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 3 Gennaio 2017 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Virginio Raggi a rischio inchiesta, Beppe Grillo si scopre garantista, Turani: è M5s che è illegale

Virginio Raggi a rischio inchiesta, Beppe Grillo si scopre garantista, Turani: è M5s che è illegale

ROMA – Beppe Grillo si prepara alla tempesta giudiziaria contro Virginia Raggi. Si scopre garantista, scrive Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. Così Grillo mette le mani avanti. Sente aria di avvisi garanzia per il sindaco di Roma Virginia Raggi e riscrive il draconiano regolamento del Movimento 5 stelle. Lo ammorbidisce e esclude che essere sotto inchiesta giudiziaria implichi le dimissioni automatiche.

“E così i 5 stelle hanno cambiato di nuovo il regolamento e sono diventati garantisti, sia pure a modo loro. Se fino a ieri bastava ricevere un qualunque avviso di garanzia per essere subito espulsi o comunque emarginati, adesso la questione verrà esaminata caso per caso.

Ancora ieri uno dei colonnelli di Grillo (forse il meno intelligente, cioè Di Maio) teorizzava che per i politici non esiste la presunzione di innocenza: davanti a un’inchiesta della magistratura, si fanno le valigie e si va a casa. Oggi siamo già in un altro mondo: si valuterà. Chi valuterà? Ma i soliti, e cioè Grillo, più un paio di comitati da lui insediati e i ragazzotti della Casaleggio. Nessuno di questi soggetti, peraltro, è mai stato eletto da alcuno. E quindi siamo di nuovo nel regno dell’illegalità, come ha già sentenziato il tribunale di Napoli.

Ma non c’è niente da fare. Il comico genovese è convinto che l’unico modo per tenere un po’ di ordine nel suo caotico movimento sia aggirarsi con un bastone per cacciare sia quelli che non gli piacciono (ha già liquidato un terzo dei gruppi parlamentari).

Facile prevedere che finirà di nuovo nei guai con la giustizia. Non a caso il vertice dei 5 stelle vive ormai in simbiosi con squadre di avvocati: sono borderline e lo sanno.

E’ interessante, però, vedere da dove nasce questa specie di nuovo garantismo. Non esce da una profonda riflessione sui fondamenti dello stato di diritto, ma da un’esigenza pratica. Da settimane si parla di due (non uno, due) avvisi di garanzia che potrebbe arrivare al loro sindaco di Roma, e cioè a Virginia Raggi.

Da qui la corsa ai ripari. La Raggi è infatti la loro speranza, ma anche la loro  maledizione, la buccia di banana sulla quale l’intero movimento rischia di andare a gambe all’aria.

Speranza perché con lei sono riusciti a conquistare la capitale e quindi a portare il movimento in primo piano. Maledizione perché la signora è capace di molte cose, ma non di fare il sindaco. Inoltre è sempre più chiaro che la sua vittoria è dovuta anche ai profondi legami con la peggiore destra romana.

Ma fin qui siamo nel campo della politica, dove si può dire e fare un po’ quello che si vuole.

I due avvisi di garanzia (sembra) in arrivo sono però un’altra cosa, sono una cosa per cui chi li riceve nei 5 stelle va a casa. Ma come si fa a mandare a casa il meraviglioso, straordinario, irripetibile sindaco di Roma? Sarebbe come ammettere di essere stati dei cretini. E allora si applica la vecchia regola gesuitica: prima stabilisci quello che vuoi, poi scrivi il regolamento.

In questo caso vuoi che il sindaco Raggi rimanga al suo posto, e allora scrivi che l’avviso di garanzia non è poi così importante. Si vedrà di volta in volta. A decidere, ovviamente, sarà il comico genovese. Ma non è grave: di fatto fa già il sindaco non eletto di Roma. E quindi può benissimo decidere se la figurante Raggi può rimanere al suo posto o se deve tornare a fare  le fotocopie allo studio Previti.

C’è infine una beffa nella beffa: questo nuovo regolamento verrà sottoposto in rete per le votazioni. Sui siti della Casaleggio e con controllo della stessa Casaleggio. Insomma, Grillo vota sì al regolamento scritto da Grillo. Uno vale uno, ma lui vale tutti”.