Certificato antipedofilia: solo per nuove assunzioni, mai per baby sitter, colf

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2014 - 15:55| Aggiornato il 5 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

colfROMA – Né baby sitter, né colf, né volontari. E solo per le nuove assunzioni. Il certificato antipedofilia, quello che da lunedì 7 aprile i datori di lavoro devono chiedere per legge per tutti i loro lavoratori, non riguarderà queste figure professionali: i volontari e chi ha un rapporto di lavoro domestico, per sua natura fiduciario, familiare.

Lunedì è entrato in vigore l’obbligo per il datore di lavoro di avere questo certificato: riguarda solo i lavoratori che hanno a che fare in modo continuativo con minori e altro non è che un estratto da richiedere al casellario giudiziale in cui si specifica che non ci sono condanne per reati legati alla pedofilia. Dall’adescamento di minori alla detenzione di materiale pedopornografico. Chi dovesse venire trovato sprovvisto di questo certificato rischia una multa dai 10mila ai 15mila euro. Ecco alcune precisazioni pubblicate dal Corriere della Sera:

Chi è tenuto a richiedere il certificato e quando?

Deve farne domanda il datore di lavoro presso il casellario giudiziale della Procura della Repubblica più vicina. In particolare spetta al «soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con i minori». Per datore di lavoro si intende anche un ente o un’associazione che svolga attività di volontariato, ma «organizzata e non occasionale e sporadica» come ha precisato il ministero della Giustizia.

Quando non va richiesto?

Poiché si parla espressamente di «datore di lavoro» sono escluse tutte le forme di collaborazione che non rientrano in un definito rapporto lavorativo. Ad esempio, non devono richiedere il certificato le associazioni di volontariato o quelle sportive che si avvalgono di volontari. In base a ciò, la Cei (Conferenza episcopale italiana), su richiesta di molti parroci allarmati, ha escluso che possa riguardare «i soggetti impegnati nelle attività di catechesi ovvero di educazione cristiana e simili».

Deve chiedere il certificato chi assume una babysitter o una colf?

No, come ieri hanno precisato fonti del ministero della Giustizia. I rapporti di lavoro domestico, per la natura fiduciaria che si crea tra la famiglia e il dipendente, sono esclusi dall’obbligo del certificato.