Boris Johnson fa la faccia feroce. Per Brexit si profila il no deal

di Giampaolo Scacchi
Pubblicato il 8 Settembre 2020 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA
Boris Johnson fa la faccia feroce: si profila il no deal

Boris Johnson fa la faccia feroce. Si profila il no deal

Brexit, Boris Johnson fa la faccia feroce, quando ormai mancano solo cinque settimane per chiudere l’accordo con la Unione europea.

Brexit fino in fondo: Boris Johnson minaccia di stracciare l’accordo di recesso. E di eliminare  l’impegno della dogana irlandese. Boris Johnson insiste che il No Deal sarebbe “buon risultato”, riporta Giampaolo Scacchi.

Il primo ministro britannico ha avvertito Bruxelles che se non “riconsidera” le sue richieste, il Regno Unito si ritirerà dai negoziati commerciali.

In un duro ultimatum, Johnson ha affermato che non avrebbe “senso” consentire che gli incerti negoziati commerciali vadano oltre il 15 ottobre, giorno in cui i leader dell’UE dovrebbero tenere un importante vertice a Bruxelles.

Niente accordo a qualsiasi costo

Johnson sostiene che c’è “da raggiungere ancora un accordo”. Ma che per ottenerlo non “può e non vuole scendere a compromessi sugli elementi fondamentali che rendono un Paese indipendente”. Come la libertà per il Regno Unito di fissare le proprie leggi e pescare nelle proprie acque.  

Il Regno Unito sta pianificando di eliminare delle parti dell’accordo di recesso firmato a gennaio dai ministri britannici con l’UE.

Un’iniziativa che rischia di assottigliare ulteriormente le speranze di un accordo.

La normativa, che dovrebbe essere pubblicata questa settimana, cancellerebbe gli impegni sui controlli doganali tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord.

Il confine fra le due Irlande

George Eustice, ministro dell’Ambiente, ha insistito sul fatto che il disegno di legge sta semplicemente eliminando i “cavilli” presenti nell’accordo con Bruxelles.

Sdegnata la replica dell’UE. Al contempo il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, ha avvertito che venire meno all’accordo sarebbe “inopportuno”.

Johnson ha insistito sul fatto che un’uscita dall’UE senza accordo sarebbe un “ottimo risultato” da cui il Regno Unito trarrebbe enormi vantaggi in termini di crescita.

“Deve esserci un accordo con i nostri amici europei entro il 15 ottobre, giorno del Consiglio europeo. Non ha senso pensare di andare oltre. Se per allora non ci sarà un accordo di libero scambio con l’UE dovremmo entrambi accettarlo e voltare pagina”.

Un punto cruciale che presenta grandi difficoltà è l’insistenza dell’UE  sul fatto che dopo la Brexit, la Gran Bretagna continui a seguire le leggi dell’UE al fine di garantire “condizioni paritarie” di concorrenza alle imprese europee.

Per quanto riguarda la richiesta di Michel Barnier, negoziatore capo europeo per l’uscita del Regno Unito dalla Ue, di esaminare i dettagli delle nuove normative di aiuti da parte dello Stato britannico alle aziende in difficoltà, i colloqui sono attualmente in fase di stallo.