PARIGI – Il terrorismo non si batte a parole dice Francoise Hollande a Angela Merkel. Invito chiaro e esplicito a “fare di più” contro l’Isis. La Germania ascolta e accoglie annunciando la sua intenzione di mandare subito le truppe in Mali. Così nel giorno dell’omaggio alla Francia dalla Merkel arriva anche un impegno più concreto: 650 soldati tedeschi in Mali per “alleviare” il compito dei francesi.
“Non ci tireremo indietro”, aveva promesso la cancelliera, e la Germania si è mossa ma Parigi ha bisogno di molto di più da parte degli alleati affinché la coalizione anti-Isis sia credibile e, soprattutto, efficace.
“Dobbiamo agire sul piano europeo – ha detto Hollande all’Eliseo al fianco della Merkel dopo la cerimonia dell’omaggio alle vittime a place de la République – controllare gli spostamenti aerei, la vendita di armi, le frontiere esterne, sradicare il terrorismo. Dobbiamo prendere provvedimenti in Francia, in Germania, in Europa, agire sulla fonte, le cause e in particolare contro Daesh, in Siria e in Iraq”.
Questo il senso della maratona diplomatica di Hollande, che ha visto lunedì il premier britannico David Cameron a Parigi, ieri il presidente Barack Obama a Washington (“con lui abbiamo concordato di intensificare i raid, coordinare gli sforzi per avere più informazioni sugli obiettivi”, ha detto oggi il capo dell’Eliseo). L’offensiva diplomatica proseguirà domani mattina a Parigi con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, quindi la sera a Mosca da Vladimir Putin, certo l’appuntamento più delicato vista anche l’escalation di tensione con la Turchia dopo l’abbattimento del caccia.
Un grazie, quindi, alla cancelliera per lo sforzo annunciato di inviare uomini nel Mali ad “alleviare lo sforzo dei soldati francesi” ma – ha scandito Hollande – “spero che la Germania possa impegnarsi ancora di più contro Daesh in Siria e in Iraq, pur conoscendo – ha aggiunto – le regole che esistono in Germania sugli interventi all’estero. Si tratterebbe di un ottimo segnale nella lotta contro il terrorismo”.
In cambio, già prima della cena di lavoro, Hollande ha leggermente modificato la posizione molto dura assunta questi giorni nei confronti del tema dei rifugiati, con la Francia che più volte ha parlato di chiusura delle frontiere usando accenti molto decisi con il primo ministro Manuel Valls. “E’ nostro dovere accoglierli”, ha ammesso Hollande davanti ad Angela Merkel, evitando l’insopportabile amalgama rifugiati-terroristi. “E’ possibile, e ne abbiamo avuto la prova – ha aggiunto – che dei terroristi possano utilizzare il cammino dei rifugiati, ma siamo sensibili, so quello che la Germania è stata capace di fare per accoglierli”. “Non si vince con le parole, dobbiamo trovare una soluzione permanente”, ha detto la cancelliera, aggiungendo che gli attentati non erano “soltanto contro Parigi ma contro un modo di vita, contro l’Europa”. “Saremo più forti del terrore, siamo al fianco della Francia, faremo tutto il possibile”.
Ma Hollande sa che in questa sua ricerca di soluzioni per la coalizione, che sembra finita in un impasse, rischia molto della sua credibilità internazionale. La Germania fa concessioni ma continua a non parlare neppure di un intervento diretto con raid in Siria e la posizione di Berlino resta quella di privilegiare una soluzione politica. E, da stasera, Hollande – più morbido sui rifugiati per andare incontro alla Merkel – è anche un po’ più lontano dal suo premier, Valls, oggi pomeriggio durissimo davanti ai parlamentari: “L’Europa – aveva tuonato il premier – deve dire che non può accogliere così tanti migranti. E il controllo delle frontiere esterne è essenziale per il suo futuro. Altrimenti i popoli diranno ‘basta con l’Europa!’ “.