Svezia, dopo un secolo torna la destra al governo. La premier Andersson si dimette

Il centrodestra vince trainato dai sovranisti, si dimette la premier socialdemocratica. Il leader ultranazionalista Akesson esulta: “Faremo funzionare di nuovo il Paese”.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Settembre 2022 - 12:46 OLTRE 6 MESI FA
Svezia destra

Svezia, dopo un secolo torna la destra al governo. La premier Andersson si dimette (foto ANSA)

Il voto popolare consegna la Svezia nelle mani della destra per la prima volta da quasi un secolo. Il thriller elettorale che ha tenuto la patria della socialdemocrazia con il fiato sospeso per tre notti e quattro giorni si conclude con un finale inatteso solo qualche settimana fa e, di fatto, storico.

In Svezia vince la destra, la premier Andersson si dimette

A soffiare nelle vele della coalizione di destra, dandole lo slancio necessario al sorpasso sul campo di sinistra, è stata infatti l’ultradestra del rampante Jimmy Akesson che – con il 20,6% delle preferenze – si è imposta come secondo partito al Riksdag, aprendo uno scenario mai visto prima nel Paese scandinavo. Dove nel frattempo la premier uscente Magdalena Andersson, leader dei socialdemocratici, pur essendo da sola riuscita a raccogliere il 30,4% delle preferenze – piazzandosi prima -, in diretta tv ha annunciato le sue dimissioni a scrutinio non ancora ultimato, anche se ormai segnato dall’inevitabile.

Il nodo immigrazione

A favorire l’exploit di Akesson a scapito di Andersson, il programma in 30 punti presentato da quest’ultimo per limitare l’immigrazione, uno dei temi caldi per l’elettorato svedese alla luce dei numerosi delitti con armi da fuoco commessi da gang di immigrati. Tra le sue proposte, anche quella di respingere i richiedenti asilo sulla base di parametri come la religione.

Il nuovo governo

“Ora comincia il lavoro per far sì che la Svezia funzioni bene di nuovo”, ha scritto Akesson su Facebook, promettendo che il suo partito sarà “una forza costruttiva e di iniziativa”. Pur dall’alto del loro 20,6%, i Democratici Svedesi potrebbero limitarsi a dare l’appoggio esterno a un governo guidato dal moderato Ulf Kristersson, al quale il presidente della Repubblica dovrebbe affidare il compito formale di costituire un esecutivo. Kristersson dovrà dar prova di grandi capacità di mediazione per gestire un’alleanza eterogenea, fatta di partiti che hanno posizioni divergenti su parecchi temi. Non sarà in particolare una convivenza semplice quella tra i Liberali e i Democratici Svedesi, fondati nel 1988 e in grado di quadruplicare i voti in 12 anni dal 5,7% ottenuto nel 2010, quando ancora pesava il loro passato neonazista. Proprio per questo, Europa ed Usa sarnno alla finestra nell’intento di capire quale sarà la linea del nuovo premier sulla permanenza nella Nato.