Referendum in Svizzera: sei settimane di vacanze anziché quattro

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 - 17:05 OLTRE 6 MESI FA

BERNA – Sei settimane di ferie anziché quattro: su questo quesito sono chiamati ad esprimersi i cittadini svizzeri nel referendum del prossimo 11 marzo. La richiesta sarebbe motivata dal fatto che l’attuale mondo del lavoro chiede sempre di più agli occupati, provocando un sovraccarico di stress.

A proporre il quesito è stato il sindacato Travail Suisse, che conta 170mila aderenti. Il sindacato ha lanciato l’iniziativa nel 2007, raccogliendo oltre 107mila firme su 100mila necessarie.

Il governo elvetico ha però avvertito che “il rischio è che ci sia un maggior aggravio di lavoro, con ripercussioni negative, dal punto di vista fisico e psichico, sul personale”. Il rischio è che l’eventuale vantaggio venga vanificato da un carico superiore di stress e di fatica.

Meinrado Robbiani, vice-presidente di Travail Suisse, dice invece che dall’aumento delle vacanze “deriverebbe una migliore compatibilità tra lavoro e famiglia, che si è resa necessaria dopo l’ingresso massiccio e durevole delle donne nel mondo del lavoro”.

In Svizzera la disoccupazione è stabile poco sopra il tre per cento, diverse imprese, dovendo fare i conti con il problema del franco forte derivante dalla debolezza dell’euro si sono ritrovate a dover chiedere ai propri dipendenti di lavorare di più per evitare inevitabili riduzioni di impieghi. E generalmente la richiesta è stata accolta. Una prova, secondo Travail Suisse, della “pressione sui salariati che si è accentuata, negli ultimi anni, a causa dei profondi mutamenti strutturali della società, sempre più incentrata sulla produttività. l che costa all’economia svizzera parecchi miliardi all’anno, prevalentemente in termini di ripercussioni negative, sulla salute degli occupati. Per essere precisi 10 miliardi di franchi, secondo il calcolo del ministero dell’Economia”.