Antonio Martino: “Gli errori di Berlusconi? Tremonti, Pivetti, Casini, Fini”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2013 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Martino: "Gli errori di Berlusconi? Tremonti, Pivetti, Casini, Fini"

2002: Antonio Martino, ministro della Difesa, accanto a Scajola, ministro dell’Interno (LaPresse)

ROMA – Antonio Martino, forzista della prima ora ed ex ministro degli Esteri e della Difesa, intervistato da Vittorio Zincone per “Sette” del Corriere della Sera spiega quali sono per lui i “quattro errori di Berlusconi”:

“Scegliere Giulio Tremonti come ministro dell’Economia. A Silvio l’ho detto anche dopo la vittoria del 2008: dal socialista-colbertista Tremonti non verrà nulla di liberale”.
Tremonti è sempre stato il perno dell’asse fra FI e Lega.
“Appunto. Bossi non è né liberista né liberale. È sempre stato a favore dell’intrusione della mano pubblica nelle tasche degli italiani, purché perpetrata dagli Enti locali”.
Gli altri errori?
“Mettere alla presidenza della Camera Irene Pivetti, che favorì il ribaltone nel 1995. Concedere la presidenza della Camera nel 2001 a Pier Ferdinando Casini, che ci impedì di governare. Dare la presidenza della Camera nel 2008 a Gianfranco Fini”.

Martino era al fianco di Berlusconi già nell’autunno del 1993, prima ancora dell’annuncio ufficiale della discesa in campo, nella fase embrionale di Forza Italia:

“Mi chiamò Paolo Del Debbio”. Il presentatore tv? “Sì. Nel 1993 lavorava alla nascita di Forza Italia”.

Del Debbio oggi conduce su Retequattro “Quinta Colonna” e da alcuni è accreditato come lo spin doctor di Marina Berlusconi.

Chi sarà il successore di Berlusconi, il delfino Alfano o la figlia Marina?
“Stimo Marina. Sono amico di Alfano. Lei è troppo utile alle aziende di famiglia per sprecarla nell’avventura politica, però sarebbe perfetta. Lui non ha il carisma di Silvio”.
Alfano sembra molto a suo agio al fianco di Letta.
“Non credo che possa tornare la Balena Bianca, ma effettivamente in giro si sente una gran puzza di Dc”.
Anche Matteo Renzi, il probabile futuro segretario del Pd, viene dall’esperienza dei popolari e del cattolicesimo democratico”. 
“Renzi non lo capisco. Che cosa propone davvero? Invidio la sua parlantina. Io, da siciliano, per farmi ascoltare devo dire cose eccezionali. Lui, con quella eloquenza fiorentina fa sembrare oro colato qualsiasi sciocchezza”.

Martino è messinese, e questa è la sua idea su Forza Italia in Sicilia e sugli esponenti siciliani di Fi e Pdl:

I magistrati hanno indagato per anni anche sui rapporti antichi fra la mafia siciliana e Forza Italia.
“Se ci fossero state infiltrazioni non avrei aderito”.
Tra i suoi conterranei di Forza Italia chi preferisce, Marcello Dell’Utri o Renato Schifani?
“Mi sento più vicino a Dell’Utri”
Malgrado la sua condanna per concorso esterno in associazione mafiosa?
“È un reato di cui mi sfugge la natura. Una follia. E considero una parte della magistratura italiana a livello di quella del Rwanda. Peggio. Una associazione a delinquere”.