Pubblicato il 12 Gennaio 2012 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA

Camera dei deputati

ROMA – Aula di Montecitorio, si decide sull’arresto di Nicola Cosentino, (poi salvato dai Radicali). I toni nella Lega Nord si fanno sempre più alti, si sfiora la rissa. Luca Paolini cita  Enzo Carra e il caso delle «manette spettacolo», riferendosi al portavoce di Arnaldo Forlani che fu arrestato per falsa testimonianza.

Parla della necessità di respingere gli «arresti facili», i leghisti reagiscono. «Ma è vero che ti ha chiamato Berlusconi?», è stata la risposta di alcuni deputati. È così che si è sfiorata la rissa, con alcuni esponenti del partito, come Davide Caparini, intervenuti per dividere i due.

Umberto Bossi, stando al racconto di parlamentari suoi vicini, prende la parola spiegando che dalle carte non si evince nulla nei confronti del coordinatore campano del Pdl. Il Senatur dice che al Nord la “gente” è per l’arresto ma che occorre lasciare libertà di coscienza. Poi parla Roberto Maroni che racconta di non essere stato l’unico a voler votare sì all’arresto del deputato Pdl. Bossi dice che non c’è alcun «fumus persecutionis» ma si decide tutto in Aula.

Poco dopo il voto Maroni parla: ”Ho ricevuto molti messaggi negativi e molti altri, invece, di apprezzamento per la mia chiarezza dell’altro giorno quando ho espresso la posizione della Lega che era quella di dire sì all’arresto”.

Laconico Bossi: ”Maroni è scontento? Non è che piangiamo per questo …”. Bossi minimizza lo scontro con l’ex ministro dell’Interno e sostiene di non essere stato influenzato da Berlusconi sul dietrofront fatto sulle indicazioni di voto. ”Ero già convinto” spiega Bossi secondo il quale il cambio di rotta non è servito a rafforzare l’alleanza con il Pdl. ”Non penso” dice in proposito, lasciando Montecitorio. E poi precisa: ”non ho parlato con Berlusconi né prima né dopo ”.