Dimezzato e dimesso: Berlusconi lascia il consiglio comunale di Milano

Pubblicato il 8 Giugno 2011 - 17:12 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

MILANO – E’ stato capolista per 40 giorni. Il suo incarico da consigliere Comunale di Milano, però, è durato solo quattro giornate.  Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è infatti dimesso da consigliere comunale di Milano, carica per la quale era stato eletto alle amministrative del 15 e 16 maggio scorso ottenendo 28.474 preferenze personali.

Con una lettera indirizzata al sindaco Giuliano Pisapia, Berlusconi ha motivato la sua decisione di lasciare l’assemblea di Palazzo Marino per gli impegni istituzionali di capo del Governo. Impegni che, evidentemente, non erano così pressanti al momento in cui il presidente del Consiglio ha deciso di candidarsi come capolista.  ”Con l’occasione – si legge nella lettera di Berlusconi indirizzata al neo sindaco di Milano Giuliano Pisapia – desidero esprimere a Lei e all’intero consiglio comunale i miei auguri di buon lavoro nell’interesse della città”.

La scelta del premier, scontata quanto si vuole, apre più di qualche domanda: perché chiedere voti personali ai milanesi per un incarico che in nessun caso sarebbe stato ricoperto? Nel furore della campagna elettorale, prima del primo turno, Berlusconi in un comizio esortò i milanesi a votarlo in massa. Voleva sfondare il tetto delle precedenti Comunali quando portò a casa poco più di 53 mila voti. Ne uscì dimezzato, con poco più di 28 mila preferenze, quelle dei milanesi che l’hanno votato assegnandogli un posto in consiglio comunale.  Ricapitolando: quaranta giorni di campagna elettorale dura, comizi in tutta Italia, politicizzazione del voto amministrativo, interviste simultanee (sanzionate anche dall’Agcom) a quattro dei principali telegiornali nazionali. Tutto per quattro giorni da consigliere.

Quella di Berlusconi, in ogni caso, potrebbe non essere l’unica defezione eccellente. Secondo un’agenzia Agi di qualche giorno fa, infatti, anche l’ex sindaco Letizia Moratti sarebbe sul punto di lasciare il posto a Palazzo Marino. Battagliera in campagna elettorale anche subito dopo la sconfitta la Moratti ha sottolineato il suo “amore e il desiderio di continuare a lavorare per Milano e per l’Italia”. Qualche giorno dopo, però, sono iniziate a circolare le prime voci sulla possibile nascita di un suo partito. Verità o speculazioni, un fatto resta: squadra che perde un po’ si scioglie.