Elisabetta Trenta e la casa al marito. Di Maio la scarica, Buffagni e Gasparri: “Se ne vada”

di Marilena D'Elia
Pubblicato il 17 Novembre 2019 - 21:26 OLTRE 6 MESI FA
Elisabetta Trenta e la casa al marito. Di Maio la scarica, Buffagni e Gasparri: "Se ne vada"

L’ex ministro Elisabetta Trenta (Foto archivio Ansa)

Elisabetta Trenta annaspa con una difesa un po’ stentata, mentre il Movimento 5 stelle e per primo Luigi Di Maio la scaricano. E Maurizio Gasparri insiste nella sua dura critica.

Su Facebook, la Trenta ha scritto a Fiorenza Sarzanini, autrice dello scoop sull’appartamento da ministro girato al marito semplice maggiore dell’Esercito:

“Da ministro ho chiesto l’alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza. L’alloggio è stato assegnato ad aprile 2019, seguendo l’opportuna e necessaria procedura amministrativa, esitata con un provvedimento formale di assegnazione da parte del competente ufficio”, afferma l’ex ministra rivolgendosi direttamente a Sarzanini.

“Quando ho lasciato l’incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l’appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019)”.

Ma, secondo l’autodifesa della Trenta, anche il marito avrebbe diritto a quel tipo di appartamento: “Come è noto, mio marito è ufficiale dell’Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l’assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato”.

Qui le manca il senso dell’imbarazzo: ma guarda un po’ come capita che un maggiore ricopre un incarico di prima fascia nel ministero di cui la moglie è stata ministro fino a poco fa. Alla faccia di Beppe Grillo e di tutte le sciocchezze che i grillini gridano.

Conclude la Trenta, affermandosi anche come grande risparmiatrice: “Pertanto, avendo mio marito richiesto un alloggio di servizio, per evitare ulteriori aggravi economici sull’amministrazione (a cui competono le spese di trasloco, ecc.), è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la medesima procedura di cui sopra”. 

Luigi Di Maio non l0ha presa bene. In pratica la ha scaricata: “Ho letto la notizia sul Corriere, vedremo cosa avrà da dire Elisabetta Trenta. Il Movimento Cinque Stelle non ne sapeva niente, spero che lei possa chiarire nelle prossime ore. Ovviamente lei non è più un ministro del governo ed è bene che spieghi tutto il prima possibile”. 

Ancor più severo un altro esponente grillino, Stefano Buffagni, vice ministro allo Sviluppo:

“Noi siamo nati con un’altra missione, stare nei palazzi rischia sempre di contaminarci, di cambiarci ed è contro questa “droga” che dobbiamo tenere alta l’attenzione. Non sono mai stato estremista ed ho sempre tenuto un po’ di elasticità ed alta tolleranza nelle cose attirandomi anche tante cattiverie nel Movimento. Non sono mai stato un giustizialista e capisco che durante il mandato possano nascere esigenze funzionali.

“Ma se fosse stato uno del Pd o uno della Lega ad assegnare al marito una casa di quel genere da tenere anche dopo il mandato cosa avremmo detto? Ecco, io mi auguro che venga liberato il prima possibile l’appartamento e venga tolto dall’imbarazzo il Movimento 5 Stelle”.

La difesa della Trenta ha offerto a Maurizio Gasparri lo spunto per una dura controreplica:

“La Trenta insiste. Da ministro le è stato assegnato un alloggio della Difesa, benché avrebbe già avuto allora una casa di proprietà a Roma. Dopodiché mentre era ministro, la Trenta scrive  ‘ad aprire 2019’, deduco lo scorso aprile (come?, perché?, da chi?) magicamente lo stesso appartamento è stato assegnato al marito, maggiore dell’Esercito, grado rispettabile, ci mancherebbe, ma non apicale. Ma prima che la Trenta divenisse ministro la sua famiglia, e in particolare il marito ora maggiore, avevano già un alloggio di servizio o vivevano in tenda? L’essere ministro l’ha avvantaggiata nelle assegnazione dell’alloggio al maritomentre lei appunto era ministro? Ha mai sentito parlare di opportunità politica?

“I fatti sono chiari: divenuta ministro ha ottenuto un alloggio della difesa, non necessario perché aveva casa. Sapendo che l’avrebbero cacciata, con una magia lo stesso alloggio è stato assegnato al marito maggiore, non capo di stato maggiore. Consiglio alla Trenta di fare trentuno e di lasciare la casa. Molti maggiori, tenenti, marescialli e militari di ogni grado hanno bisogno di alloggi. L’ex ministro possiede casa a Roma? Ci torni.

“Non risulta che fosse senza fissa dimora prima di diventare immeritatamente ministro. Stia tranquilla che non daremo tregua a lei e ai moralisti grillini che dovevano fare la rivoluzione ma sistemano mariti e amici in case o posti pubblici. Non finisce qui. Grillini a casa! Vostra. Ps: eletto nel 2013 vice presidente del Senato avevo diritto a un alloggio di servizio, ma rinunciai alla assegnazione, come altri colleghi e rimasi a casa mia. Si può fare!”