Finanziamento ai partiti. La Corte dei Conti torna a rivendicarne il controllo

Pubblicato il 4 Luglio 2012 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Corte dei conti torna a rivendicare il controllo sul finanziamento pubblico dei partiti. L’Associazione dei Magistrati della Corte dei Conti ha inviato una lettera al presidente della Corte Luigi Giampaolino che recepisce le conclusioni dell’assemblea del 2 luglio. Non è la prima volta che l’istituzione rivendica il ruolo di controllore dei partiti per ciò che riguarda il loro sostentamento. Luigi Giampaolino è in procinto di essere audito alla Commissione Affari Costituzionali del Senato: ma la Commissione, pur di evitare di essere scavalcato da un decreto del Governo, ha blindato il testo.

Al punto c della lettera dell’Associazione, c’è un punto che potrebbe rivelarsi l’annuncio di un conflitto istituzionale: “ogni soluzione da questa difforme (cioè l’esclusione della Corte dei Conti ndr.) sarebbe motivo di impugnazione innanzi alla Corte Costituzionale”. Non esattamente una benedizione da parte della Corte dei Conti, rispetto a dispositivi come autorità e commissioni di controllo variamente formate. L’autorità terza, indipendente che serve c’è già, è la Corte dei Conti, sostengono i magistrati. Corte che già si occupa della questione, visto il suo ruolo “peraltro già concretizzato in merito ai controlli sui rimborsi per le spese elettorali dei partiti politici”. E come gli impone l’articolo 100 comma 2 della Costituzione.

La lettera dell’Associazione indirizzata al presidente Giampaolino la ricaviamo dal blog del giudice Salvatore Sfrecola. Il quale tiene a precisare e circoscrivere il ruolo dei giudici quale garanzia del corretto utilizzo dei fondi pubblici destinati alle attività di partito. La riflessione non poteva che scaturire dall’attualità di alcuni scandali (Lega Nord e Lusi) e serve da presupposto per un giudizio tutt’altro che lusinghiero nei confronti dei partiti, lenti nel capire le sollecitazioni dei cittadini i quali, non deve sorprendere, gli si rivolgono contro incantati dalle sirene di un Grillo. Il nodo dei controlli è considerato a valle di un sistema di finanziamento di tipo misto, pubblico/privato per consentire a tutti e non solo ai più abbienti l’accesso alla politica. Sembra di capire che la soluzione prospettata sia molto vicina a quella prefigurata da Giuliano Amato che, non a caso, affidava alla Corte dei Contila funzione di controllo.

“In meno di due ore – ha spiegato  il presidente della Commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini – la Commissione ha approvato il testo sul finanziamento dei partiti e ha deciso di costituire un Comitato ristretto perché tutti gli emendamenti più importanti presentati al ddl, vengano trasferiti in un provvedimento ad hoc per il quale chiederemo al presidente Schifani che ci conceda la sede deliberante per esaminarlo”. “Ribadisco – prosegue il presidente della Commissione – il Senato è stato più veloce del governo visto che lo stesso sottosegretario Malaschini ci aveva detto che il governo non era più disposto a fare un decreto per la norma che destinava l’ultima tranche dei rimborsi elettorali ai terremotati”.

“Malaschini infatti – interviene il senatore del Pd Enzo Bianco – ci ha detto che da parte della Camera era stato chiesto di non fare il decreto. Così noi qui al Senato abbiamo dovuto sopperire a tale ripensamento sbrigandoci ad approvare il ddl”. Vizzini e Bianco sperano ora che Schifani “ci faccia votare questo testo sul controllo dei bilanci dei partiti nell’aula di Palazzo Madama già da domani”. Sul perché la Camera abbia invitato il governo a desistere dall’idea di fare un decreto ad hoc per dare subito l’ultima tranche dei rimborsi ai terremotati, le interpretazioni divergono. C’é chi dice che sia stato un modo per “blindare il testo” ed evitare che il Senato lo modificasse e chi, invece, sostiene che non si voleva “lasciare nel cassetto tutta l’altra parte del provvedimento, cioé quello relativo ai controlli”.