Il disastro nella centrale idroelettrica di Suviana tra dolore, polemiche e tanta ipocrisia

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 10 Aprile 2024 - 11:57
suviana

I soccorritori al lavoro nella centrale FOTO ANSA

Il disastro di Suviana il giorno dopo: dolore, polemiche e ipocrisia.  Tanta indignazione farlocca, finta virtù, malcelati “buoni sentimenti”. Scenario insopportabile. L’incidente di martedì pomeriggio alla centrale idroelettrica – vittime, feriti, dispersi – ha innescato (purtroppo) il solito copione: “Grazie ai soccorritori”, “fare chiarezza”, “questo modello di fare impresa va cambiato” (Landini dixit), ”perché quei trasfertisti”, “la centrale idroelettrica ha rivoluzionato il territorio”, “sarà dura ripartire”, “l’energia arriva dai monti. E adesso?”. Ora tutti dicono la loro, persino gli studenti di Vignola, tre classi in gita che hanno ricordato (dopo) che c’era “un cattivo odore nell’aria prima del terribile botto”; uno scoppio nella centrale a 40 metri di profondità.

Un collaudo affidato a ditte esterne, ad operai incaricati di una manutenzione straordinaria. Gli interventi dei vigili del fuoco sono stati difficili con i dispersi bloccati al livello -9. Sotto la turbina scoppiata nel bacino artificiale è stato l’inferno: incendio e un piano allagato. Le vittime accertate avevano fra i 35 e i 73 anni. La diga non ha subito danni, Mattarella ha chiamato Bonaccini e i sindacati sono tornati a chiedere maggiori controlli.

DOPPIO SCIOPERO DEI SINDACATI – Mercoledì si sono fermati i lavoratori Enel della CISL. Giovedì ci sarà una mobilitazione generale di 8 ore di CGIL e UIL. Di fronte al disastro la politica ha ritrovato l’unità. Unanime il commento: ”Ora basta”.

SCONVOLTA LA COMUNITÀ EMILIANA – Il governatore Stefano Bonaccini ha detto che tutta la comunità Emiliano-romagnola “è sconvolta nel profondo. Una tragedia che, dopo il terremoto del 2012 e l’alluvione dello scorso maggio, lascia senza parole”. Poi la richiesta di chiarire le responsabilità. L’arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, Cardinale Matteo Zuppi, a nome della Chiesa di Bologna ha espresso “vicinanza e cordoglio alle famiglie delle vittime e  alla comunità di Camugnano”. Il Cardinale Zuppi si è detto disponibile ad offrire la disponibilità per qualsiasi tipo di bisogno, sostegno e necessità.

IL MAXI IMPIANTO DI BARGI – La centrale idroelettrica e la più importante dell’Emilia Romagna. È stata costruita nel 1975. È di proprietà dell’Enel produzione SpA ed ha una potenza di 330 MW e una portata di 104.6 M3/S. Ha una producibilità di 354 GWh. In quasi 50 anni di vita la centrale non aveva mai dato problemi e questo rende ancora più incredibile questa tragedia. Ancora avvolte nel mistero le cause del disastro.