Ius soli, Grasso corregge il tiro: “Sì a diritti ma servono limiti precisi”

Pubblicato il 9 Maggio 2013 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Ius soli, Grasso corregge il tiro: "Sì a diritti ma servono limiti precisi"

Il presidente del Senato, Pietro Grasso (Foto Lapresse)

ROMA – Parlare di ius soli senza condizioni né regole certe dà luogo solo ad equivoci. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, corregge il tiro su quanto affermato nei giorni scorsi, quando alle questioni sollevate dalla ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge aveva risposto: “Evitare un’ondata di puerpere: non possiamo fare in modo che l’Italia diventi un Paese dove sbarcano le puerpere per ottenere la cittadinanza italiana dei figli”. Lo aveva detto ai microfoni di Radio Anch’io, ora intervistato dal quotidiano la Stampa, chiarisce: “Dobbiamo lavorare per quello che è stato definito da tutti uno ius soli temperato“.

Secondo l’ex procuratore nazionale antimafia “parlare di ius soli senza condizioni, e cioè che basta nascere in Italia (e basta) per godere del diritto di cittadinanza può trasformarsi in un grosso affare per i trafficanti di esseri umani”. Grasso precisa i rischi di un diritto di cittadinanza senza limiti: “E’ rischioso in modo particolare in un Paese, nel nostro, laddove si prevedesse una legislazione senza alcun vincolo né limiti. E questo si potrebbe trasformare in abusi e reati gravissimi contro la persona e la dignità di esseri umani”.

Ecco perché ”in una materia così delicata è indispensabile trovare i giusti equilibri anche nel dibattito”. ”In Europa siamo gli ultimi – rileva il presidente del Senato – E dobbiamo conquistare molte posizioni con impegno e ragionevolezza”. Grasso individua ”alcune indicazioni interessanti” già presenti ”in molti dei disegni di legge già depositati” e pensa ”a un diritto di cittadinanza che possa andare anche oltre il luogo di nascita e il concetto stesso di ‘nascere in Italia”’ perché ”anche se non sei nato nel nostro Paese puoi averne diritto, chiaramente con alcune regole ben salde”.

La legge Bossi-Fini, conclude, andrà “rivista” ma “con pacatezza e senza riserve mentali da parte di nessuno”