Luigi Tivelli, professione lobbista

Luigi Tivelli, professione lobbista
I deputati M5S espongono cartelli con la faccia di Luigi Tivelli (Ansa)

ROMA – Luigi Tivelli per una volta, suo malgrado, è stato trascinato davanti alle quinte, lui che per professione – quella del lobbista – si muove sempre nel retropalco della politica.

È successo il 21 dicembre, durante la discussione sulla Legge di Stabilità alla Camera, quando i deputati del Movimento 5 Stelle hanno tirato fuori i cartelli con la faccia di Tivelli e la scritta “Caro Pd decido io”.

Chi è Tivelli? Paola Zanca sul Fatto quotidiano ne ha tratteggiato un gustoso profilo, in un pezzo dal titolo “Il lobbista cuce (e non taglia)”:

“Quando alla Camera bazzicavano Ciriaco De Mita, Enrico Berlinguer e Bettino Craxi, lui c’era già. E c’era ancora la settimana scorsa, nell’atrio della Sala del Mappamondo, mentre il capogruppo Pd Roberto Speranza, nove legislature più tardi, provava a mettere un tetto al cumulo tra pensioni e incarichi nella pubblica amministrazione. Allora era un funzionario assegnato alla commissione Finanze, oggi ancora taglia e cuce i conti dello Stato. Ma stavolta la misura è la sua.

Luigi Tivelli è il “lobbista” che i Cinque Stelle hanno registrato mentre festeggiava il pericolo sventato (ovvero il tetto al cumulo salito da 150 a 294 mila euro): “Ho dovuto scatenare mari e monti – diceva al telefono – Io lo potrei portare… scrivere in un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby… ho dovuto smuovere tutto”. Ora Tivelli, “desolato e rattristato”, dice che la sua era un conversazione “tra il serio e il faceto”, che lui è “una persona ironica”, quando parla con gli amici “usa l’iperbole” e frequenta la commissione Bilancio “perchè sto scrivendo un libro”.

Sarebbe il suo 23esimo. Ha curato Un Candido nel palazzo – Viaggio segreto nel cuore della politica. Con il politologo americano Joseph La Palombara ha scritto Stati uniti? Italia e USA a confronto. E ancora: Titanic Italia. La Partitocrazia – Storia di un naufragio annunciato, Chi è Stato? – Gli uomini che fanno funzionare l’Italia.

Di fede laico-repubblicana, ex consigliere parlamentare, segretario di commissioni, capo di gabinetto ai Rapporti con il Parlamento, portavoce di ministri, ha una rubrica sul Messaggero , è stato vicepresidente della fiera del Levante, ora è consulente per i progetti culturali di Montecitorio e, tra le altre cose, lo “studio Tivelli” (“piccola boutique ‘sartoriale’ in cui le strategie vengono confezionate su misura dei clienti”) si offre come ghost writer per articoli, interviste e relazioni a convegni”.

Anche Alessandra Arachi sul Corriere affronta l’argomento Tivelli:

“Luigi Tivelli ammette la telefonata, secondo lui volutamente dai toni esagerati, ma nega decisamente di aver esercitato azione di lobby per le pensioni d’oro. «Ero andato a seguire la commissione Bilancio per motivi letterari», afferma categorico, spiegando che adesso sta scrivendo un libro dove un capitolo importante è dedicato alla commissione Bilancio, quella della seconda metà degli anni Ottanta, quella guidata da Paolo Cirino Pomicino. E adesso voleva vedere come erano cambiati i tempi. In ogni caso, gli Stellati fanno sapere che la telefonata potrebbe essere trasmessa ai magistrati.

È serafico e deciso Luigi Tivelli: «Non capisco come i neofiti del Parlamento possano arrivare a fare accuse così dirette». I neofiti sarebbero i deputati del Movimento 5 Stelle, visti dagli occhi di una persona che attraversa i palazzi del potere da più di trent’anni, ora come consigliere parlamentare del presidente del Consiglio, ora come capo gabinetto del ministero dei Rapporti con il Parlamento, ora come portavoce di ministri vari, ora come membro di svariate commissioni governative”.

Il Giornale ha spostato la mira sul Pd e ha titolato: “Il Pd smascherato in Aula: «Partito in mano ai lobbisti»”

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