Napolitano: “Non ho potere di sciogliere Camere. Dare un governo all’Italia”

Pubblicato il 1 Marzo 2013 - 12:17| Aggiornato il 19 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – Giorgio Napolitano torna a ribadire il suo no ad un ipotetico secondo mandato e per quanto riguarda la possibilità di tornare al voto precisa: “Non ho il potere di sciogliere le Camere, ora bisogna vedere come dare un governo all’Italia”. Uscendo dall’Università Von Humboldt di Berlino dove ha tenuto una lecture, il Capo dello Stato ha ribadito ai giornalisti alcuni punti ineludibili per superare l’impasse nella quale ci si è arenati a quattro giorni dalle elezioni. E sulle idee di Bersani taglia corto: “Non ho letto il suo programma“.

Quanto a sé Napolitano dice: ”La carta di identità conta”. Esclude un secondo mandato: “L’ho già detto tante volte. Non credo che sarebbe onesto dire state tranquilli io posso fare il capo dello stato fino a 95 anni”. E spiega le sue ragioni: ”Sia perché sono convinto che i padri costituenti concepirono il ruolo del presidente della Repubblica sulla misura dei sette anni, infatti non è un caso che nessun presidente della Repubblica abbia fatto un secondo mandato, e sia perché ci sono fattori di età e limitazioni dal punto di vista funzionale crescenti”.

Napolitano si è poi soffermato sulla crisi economica. In una Unione Europea “che ha abbracciato i valori di una economia sociale e di mercato, non si può non lanciare l’allarme per il configurarsi in Europa di una grave questione sociale”, o nascondere “la tendenza delle nostre economie a generare meno occupazione, scarsa occupazione, cattiva occupazione”. “Qui si pone e risulta ineludibile, oggi più che mai, il discorso sulle istituzioni, sulle regole, sui canali di rappresentanza della volontà popolare. In questo campo si sono prodotti vuoti e distorsioni, di cui largamente si nutrono le posizioni di disincanto e sfiducia verso la costruzione europea”.

In definitiva, secondo Napolitano, c’è un “disperato bisogno di forgiare una rinnovata volontà politica comune” per l’Europa. Poi una stilettata alla Germania: se è vero che “siamo tutti nella stessa barca”, e se è vero che anche la robusta economia tedesca “è esposta ai contraccolpi della pesante onda recessiva”, allora “sarebbe lecito attendere un impulso espansivo da parte della Germania, come contributo ad una reale, e non solo proclamata, ripresa della crescita e dell’occupazione in Europa”.