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Nave Gregoretti, per Salvini non luogo a procedere. Gasparri: decisione conferma validità mia tesi

Sul caso della nave Gregoretti per Matteo Salvini il 14 maggio è stato deciso a Catania il non luogo a procedere. L’ex ministro dell’Interno non andrà al processo.

Per Maurizio Gasparri, presidente della Giunta delle immunità parlamentari di Palazzo Madama, la decisione conferma la validità della sua tesi, nella quale dimostrava la conformità del comportamento di Salvini alle norme vigenti.

Salvini all’epoca dei fatti dellla Nave Gregoretti era ministro dell’Interno

L’allora ministro era stato accusato di avere illegittimamente tenuto, nel luglio del 2019, per diversi giorni, 131 migranti a bordo dalla nave della Guardia costiera Gregoretti.

La sentenza del GUP di Catania Nunzio Sarpietro, letta il 14 maggio 2021 nell’aula bunker del carcere di Bicocca, ha stabilito che il fatto non sussiste ed ha così chiuso il caso apertosi nel luglio 2019, dopo quasi due anni di udienze.

Difendere i confini nazionali è azione conforme ai principi costituzionali

Difendere i confini nazionali– commenta Maurizio Gasparri(FI)- evitare l’invasione di clandestini nel nostro Paese non è un reato ma è un’azione conforme ai principi costituzionali e svolta nell’interesse della sicurezza del Paese.

Sono lieto della decisione presa a Catania. A Catania, diversamente da quanto avvenuto a Palermo (Salvini è stato rinviato a giudizio a Palermo per il caso Open Arms n.d.r.), la verità dei fatti si afferma.”

La magistratura di Catania ha pienamente confermato le tesi esposte in Senato

Sottolinea ancora il senatore forzista:

 “La magistratura di Catania ha pienamente confermato le tesi che avevo esposto in Senato come relatore del caso Gregoretti e che l’aula non condivise. C’era stata in quella vicenda una condivisione piena degli altri livelli del governo con l’operato dell’allora ministro dell’interno Salvini.

La decisione, puramente politica e non basata sui principi giuridici e sull’analisi dei fatti, aveva negato questa evidenza, che ora la magistratura ribadisce, dimostrando una volta di più invece quanto sia stata errata la valutazione fatta dai magistrati di  Palermo.

Avevamo quindi lavorato bene in sede di analisi dei fatti nella Giunta delle immunità parlamentari

Peccato che si sia perso tempo e che in Senato la valutazione che avevo proposto non abbia trovato la maggioranza delle condivisioni che avrebbe meritato”.

La decisione presa a Catania potrebbe influenzare l’esito del caso Open Arms

Chiuso il caso Gregoretti ora Salvini dovrà affrontare i giudici di Palermo. 

Qui infatti, diversamente da Catania, il leader leghista è stato rinviato a giudizio, la prima udienza è fissata per il 15 settembre.

La decisione presa a Catania potrebbe influenzare l’esito del caso Open Arms poiché il reato per cui Salvini è imputato è lo stesso, sequestro di persona.

Nell’agosto del 2019,  anche in questo caso come per la nave Gregoretti  Salvini era al tempo ministro dell’Interno, 147 migranti rimasero per giorni sulla nave ONG spagnola Open Arms prima di potere sbarcare a Lampedusa.

Ottimismo in attesa del processo di Palermo

Attendo con fiducia che in altri casi sia la sede del giudizio a dimostrare che anche in quelle occasioni Salvini, allora Ministro dell’Interno, ha agito correttamente e nel rispetto della legge e dei principi fondamentali della Costituzione” commenta il senatore Gasparri.

Lo stesso Matteo Salvini e il sui avvocato difensore Giulia Bongiorno sono ottimisti sull’esito del caso Open Arms.

Sono tranquillo- ha dichiarato Salvini dopo la sentenza sul caso Gregoretti- se non esiste sequestro a Catania, non capisco perché debba esistere sequestro a Palermo. Questo giudice ha approfondito, ha studiato, ha lavorato, e si e’ preso sue irresponsabilità.”

“In questa sentenza c’è anche il caso Open Arms, tenetene conto.E’ una sorta di processo
‘matrioska’”. Ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, legale difensore di Matteo Salvini, il 14 maggio a Catania al termine della Camera di Consiglio in cui il Gup Nunzio Sarpietro ha deciso il non luogo a procedere.

“La sentenza ha una formula molto chiara: il fatto non sussiste-Ha commentato ancora l’avvocato Bongiorno- E’ la più chiara perché evidenzia in modo indubbio che secondo il giudice di Catania non c’è stato alcun reato di sequestro, ma un ritardo in attesa della redistribuzione dei migranti. Lo stesso tema del caso a Palermo con la Open Arms e questa sentenza la produrremo certamente a Palermo.”

La portavoce della Ong spagnola Open Arms sminuisce la sentenza di Catania

La portavoce Veronica Alfonsi sostenendo che a Catania la sentenza era “abbastanza annunciata” fa un distinguo col processo di Palermo.

“La nostra vicenda ha degli aspetti che sono molto diversi rispetto a quelli della Gregoretti. Ci sono dei passaggi importanti dal punto di vista legale: il pronunciamento del Tar del Lazio con cui veniva sospesa l’interdizione di entrata in acque territoriali, quello del Tribunale dei minori che disponeva lo sbarco, fino alla decisione del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio di far scendere le persone”.

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