Noemi-Berlusconi: soluzione 40 per cento

Non saranno i fatti (quelli in Italia non si appurano mai) e neanche le parole (da noi abbondano sempre e a sproposito) a concludere la vicenda Noemi-Berlusconi. Saranno i voti, quelli espressi nelle elezioni europee del 6 e 7 giugno. Dice: che c’entra? Si vota per il Parlamento europeo. Vero solo in teoria, dell’Europa, nonostante questa decida buona parte della vita di tutti i giorni di tutti noi, importa poco a pochi. Quasi nessun elettore vota davvero per l’Europa. La realtà, per quanto paradossale possa apparire è che in questo singolare paese si vota su Noemi.

Non sulle frequentazioni, paterne o meno, di Berlusconi con la/le ragazze, questi sono affari suoi. Ma sulle molte e diverse versioni e sulle mezze verità e mezze bugie che il presidente del Consiglio ha fatto circolare in pubblico sugli affari suoi. La sua pubblica sincerità o la sua pubblica reticenza o peggio il suo pubblico depistaggio sono affari pubblici. E il giudizio finale sarà, anche se non dovrebbe essere, elettorale.

È possibile una “soluzione 40 per cento”. Se il Pdl di Berlusconi raggiunge e supera questa percentuale, allora il 40 per cento sarà sbandierato e in efetti funzionerà come “giudizio di dio” e sentenza di popolo. Qualunque sia stata la realtà dei fatti e la corrispondenza delle parole ai fatti, in quel caso Berlusconi sarà assolto e vittima. E sotto il 40 per cento? Anche qui, qualunque sia stata la realtà dei fatti, Berlusconi risulterà colpito dal dubbio sui suoi comportamenti. Se “colpevole” di bugia, con il 40 per cento sarà assolto. Se innocente e vittima di campagna ostile, sotto il 40 per cento sarà condannato. In Italia funziona così, non è giusto, ma così è.

E i voti per gli altri? Sotto l’otto per cento Di Pietro si sgonfia, sopra diventa un eroe della resistenza a Berlusconi. Sotto il nove per cento la Lega conserva la “golden share” sul governo ma smette di esserne il centro “culturale”. In questo caso almeno in teoria “un’altra destra è possibile”. Domani quella di Fini? Al 10 per cento invece la Lega si afferma imbattile, invulnerabile, eterna.

Sopra il 25 per cento il Pd sopravvive e forse ricomincia a crescere, resta in vita l’ipotesi di una sinistra riformista. Sotto il 25 il Pd si squaglia. Sopra il 4 per cento le due liste di sinistra continuano a “vivere e lottare insieme a noi”. Sotto il 4 per cento suona la campana dell’addio alla politica attiva. Sopra il 6 per cento l’Udc di Casini ha un futuro, sotto le resta un bel passato e un magro presente.

Insomma, si vota su Noemi, su un po’ di altre cose minori e su una cosa non detta ma non piccola: molta “gente” che tanto disprezza la “casta” prova a farne parte, in palio ci sono migliaia di “posti di lavoro” nella politica nelle contemporanee elezioni amministrative. Voto europeo? Ma scherziamo? Siamo italiani.

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