Palazzo Chigi boccia lo spot troppo militare: l'esercito si ribella Palazzo Chigi boccia lo spot troppo militare: l'esercito si ribella

Palazzo Chigi boccia lo spot troppo militare: l’esercito si ribella

Palazzo Chigi boccia lo spot troppo militare: l'esercito si ribella
Palazzo Chigi boccia lo spot troppo militare: l’esercito si ribella

ROMA – Lo Stato Maggiore dell’Esercito alla fine lo spot delle polemiche, quello bloccato perché al Governo qualcuno pensava fosse troppo cruento, lo ha pubblicato lo stesso: “Il prodotto è bello, è insensato cestinarlo”. Era successo che prima il Ministero della Difesa ha commissionato un video di celebrazione delle Forze armate in occasione del IV Novembre a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, una volta realizzato lo spot è stato lo stesso Governo a bloccare tutto: lo spot, è la giustificazione, è troppo cruento, guerresco. L’Esercito però, è questa la notizia delle ultime ore, non ci sta e decide di postare ugualmente lo spot censurato sull’account Twitter di riferimento. 

Lo Stato Maggiore, in sostanza, si è ribellato polemicamente alle decisioni del Governo, cosa abbastanza irrituale in ambito militare. Ma qual è il motivo del contenzioso, cosa c’è nel video di così riprovevole o inadatto o altro? Si vedono navi da guerra che fendono le onde, jet che sfrecciano a velocità supersonica, soldati in assetto da battaglia, carabinieri impegnati in azioni di anti-terrorismo, ma anche militari con un bambino in braccio nei tanti contesti di guerra dove cercano di riportare o mantenere una difficile tregua se non la pace. 

Per il Dipartimento per l’informazione e l’Editoria di Palazzo Chigi, guidato dal senatore del Movimento 5 Stelle Vito Crimi le immagini di veri soldati colti in azione sotto una pioggia di veri proiettili erano troppo forti, forse si intende troppo realistiche. Il Dipartimento ordina il taglio delle scene più cruente. Ma anche la versione edulcorata non passa il vaglio della censura, di qui la crescente irritazione del ministro della Difesa Elisabetta Trenta: la guerra è guerra, non si può addomesticarne il significato che comprende dedizione e coraggio, ma anche rischio e morte. Alla fine ci pensano allo Stato Maggiore: via libera al post su Twitter. 

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